Amianto negli elicotteri italiani. L’ultima minaccia sui nostri soldati

di Andrea Koveos

Amianto negli elicotteri di Marina, Aeronautica, Esercito e Carabinieri. Le Procure militari di Roma e Napoli, dopo la denuncia del Partito per la tutela dei militari, hanno aperto un’inchiesta. Le prove che dimostrerebbero la presenza di componenti cancerogeni sono schiaccianti. Ad ammettere l’esistenza di asbesto e di altre sostanze nocive è la stessa Agusta Westland che in una comunicazione del 1996 (di cui la Notizia possiede copia) presenta al Ministero della Difesa l’elenco delle sostanze pericolose presenti negli elicotteri. Non solo. “Per gli elicotteri inquinati – scrive in una lettera Agusta Westland al segretariato generale della Difesa – (principalmente nella zona vano freno motore) AW ha poi proposto un programma di bonifica, effettuato da una ditta qualificata, il cui onere economico veniva divido pariteticamente tra Ditta e P.a”. Quindi, è forse della Agusta Westland, del gruppo Finmeccanica, la responsabilità? Niente affatto, come ribadisce la stessa società “la proposta di bonifica, lungi dal rappresentare in alcun modo una assunzione di responsabilità è stata fatta solo e esclusivamente nell’ottica di venire incontro alle esigenze, soprattutto economiche e gestionali rappresentate dagli Enti coinvolti, onde assicurare loro il minor disagio operativo.
Attenzione, si parla esclusivamente di esigenze economiche e gestionali, in poche parole problemi di soldi, quegli stessi che hanno creato un contezioso tra Ministero e Agusta sul chi paga la bonifica dell’amianto sugli elicotteri. La Difesa sostiene che vista la mancata comunicazione di presenza di amianto le attività inerenti alla bonifica degli aeromobili dello Stato risultati contaminati la Ditta dovrà assumersi interamente i relativi oneri. Non la pensa così Agusta Westland che invece dimostra documenti alla mano che il Ministero sapeva dal 1996. Rimane da capire quante bonifiche siano state effettuate e quante ancora ne rimangono. Intanto il Ministero della Difesa avrebbe aperto un’indagine interna. Una decisione positiva, ma tardiva, arrivato solo dopo la denuncia di Luca Marco Comellini, Segretario del Partito per la tutela dei diritti di militari e Forze di polizia “Il problema prioritario adesso non è il “rischio amianto”, il problema reale sul quale Mauro deve rispondere è perché la Difesa sapeva e per decenni non ha fatto nulla per applicare la legge”.

I modelli incriminati
Sono AB 206, AB 205, AB 212, AB 212 AS, AB 412: Amianto è stato riscontrato nelle guarnizioni, condotti, tubi, nonché pastiglie dei freni”. Negli elicotteri SH-3D; HH-3F: “Nelle pastiglie dei freni, ruote e rotore, e nella frizione e nell’APU [cioè unità di potenza ausiliaria, ndr]”. Nel CH47: “nelle pastiglie dei freni”. Nell’ A129: “nelle guarnizioni delle paratie parafiamma”. Nell’A109: “nelle guarnizioni, condotti, tubi, nonché pastiglie dei freni, rotore e ruote”. La questione, però, non riguarda solo le forze armate e non solo i militari che hanno operato su questo tipo di velivoli. A entrare in contatto con componenti cancerogeni sono stati anche gli operai e gli impiegati che per molti anni hanno lavorato negli hangar a stretto contatto con gli elicotteri contaminati.

La precisazione
In una lettera a firma Alessandro Parrini, del 6 giugno 2013 Agusta precisa che AW ha emesso sempre idonea documentazione tecnica per la sostituzione delle vecchie pastiglie freno; ha analizzato, tramite laboratori specializzati, tutti i campioni dei residui prelevati sui vari elicotteri e pervenuti dai vari Enti Governativi; ha approvvigionato tramite un programma crash delle nuove pastiglie.