Amministrative Palermo 2022: cos’è successo e perché sulla rinuncia dei presidenti di seggio indaga la Procura

Amministrative Palermo 2022. ecco alcune dei possibili motivi che hanno spinto i presidenti di seggio a non presentarsi.

Amministrative Palermo 2022: cos’è successo e perché sulla rinuncia dei presidenti di seggio indaga la Procura

Amministrative Palermo 2022: ecco cosa è successo nei seggi della città siciliana tra sabato 11 e domenica 12 giugno. Caos sulla scelta dei presidenti di saggio di non presentarsi. Diversi sono stati i motivi analizzati nelle ultime ore.

Amministrative Palermo 2022: cos’è successo

A poche ore dall’apertura delle urne, sono emersi seri problemi a Palermo dove è stata denunciata l’assenza di innumerevoli presidenti di seggio. In seguito alle numerose denunce provenienti dalle sezioni presso le quali mancano presidenti, oltre un centinaio di scrutatori ha ricevuto il divieto di lasciare il seggio in attesa che si procedesse alla nomina di un sostituto.

I malumori e i disagi che hanno travolto in modo impetuoso molte sezioni palermitane sono stati confermati dai diretti interessati. Gli scrutatori erano stati convocati presso i seggi a partire dalle ore 16:00 di sabato 11 maggio. Le operazioni preliminari da svolgere avrebbero dovuto avere una durata massima di quattro ore. Gli scrutatori, invece, sono rimasti bloccati a causa dell’assenza dei presidenti. Mancavano all’appello 170 presidenti, poi ridottisi a 50 all’apertura dei seggi domenica mattina. Il caos è andato avanti fino all’ora di pranzo, quando fonti del Viminale hanno fatto sapere che si stavano insediando gli ultimi 13. Così il Comune ha individuato il resto con un annuncio sul sito ma ha fatto già sapere di avviare denunce per bene 147 persone.

Perché sulla rinuncia dei presidenti di seggio indaga la Procura

Sul caos che si è verificato nella città siciliana, è intervenuta anche il ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese: “E’ gravissimo che a Palermo, senza alcun preavviso, un elevato numero di presidenti di seggio non si sia presentato per l’insediamento, ovvero abbia rinunciato all’incarico, ritardando l’avvio delle operazioni di voto. Un tale atteggiamento esprime una assoluta mancanza di rispetto per le Istituzioni e per i cittadini chiamati in questa giornata elettorale e referendaria ad esercitare un diritto costituzionale fondamentale per la vita democratica del Paese”. Inoltre, ha aggiunto la Lamorgese: “La Procura di Palermo valuterà gli eventuali profili di responsabilità conseguenti alle segnalazioni inviate dal Comune, competente per le procedure di insediamento dei seggi e di sostituzione dei presidenti”.

Pare che i due motivi evidenti dietro alla scelta di disertare i seggi ci siano un attacco hacker che ha paralizzato la piattaforma elettorale del Comune ma anche la partita del Palermo calcio che si giocava la promozione in Serie B. Tuttavia, La Stampa ha evidenziato un ulteriore motivo. Uno dei presidenti disertori, sotto richiesta di anonimato, spiega a Giuseppe Salvaggiulo che c’è anche una questione economica: “Ci sono sette schede e nove scrutini da fare: cinque referendum, sindaco, consiglio comunale, presidente di circoscrizione, consiglio di quartiere. Sa quanto prendiamo? 288 euro. Gli scrutatori 208. Per quattro giorni di lavoro, senza orario. Sabato dalle 15,30 alle 2 di notte. Oggi dalle 6 e chissà quando si finisce. Domani si farà notte e probabilmente bisognerà tornare anche martedì. Almeno 40 ore. Cinque-sette euro l’ora, altro che salario minino”.