All’Anm vince Area. Ma soprattutto l’astensionismo. Dopo il caso Palamara sale la disaffezione: 2mila toghe non hanno votato

A disertare le urne ormai sono anche i magistrati. Alle elezioni per il rinnovo del comitato direttivo centrale dell’Anm si è imposta la lista di Area democratica, la corrente progressista, ma alle urne si sono recate duemila toghe in meno rispetto al 2016. Un segnale di disaffezione al sistema delle correnti travolto dal cosiddetto caso Palamara.

Alla fine hanno votato 6.101 magistrati, l’85,92% dell’elettorato attivo. La lista che ha raccolto maggiori consensi è stata appunto quella di Area democratica per la Giustizia, seguita da Magistratura Indipendente, e il magistrato più votato è stato Luca Poniz, presidente uscente dell’Associazione nazionale magistrati. A seguire Unicost con 1.212 voti, Autonomia&Indipendenza con 749 e Articolo Centouno-Lista per il Cdc con 651 preferenze. Nel 2016 la lista più votata era stata invece Unicost, corrente di cui all’epoca era esponente di spicco l’ex pm Luca Palamara, mentre il magistrato più votato in assoluto era risultato Piercamillo Davigo.

Il nuovo comitato direttivo centrale potrebbe insediarsi, come prevede lo statuto, tra 15 giorni e il suo primo atto sarà l’elezione della giunta, che potrebbe avvenire già il 7 novembre prossimo. “E’ un risultato gratificante. Siamo soddisfatti che in un momento difficile per la magistratura ci siano tanti colleghi che ci hanno espresso la fiducia”, ha dichiarato il segretario di Area, Eugenio Albamonte (nella foto), aggiungendo che l’obiettivo di Area è ora quello di lavorare per l’unità associativa.