Antimafia, de Magistris: “Così la Commissione parlamentare è delegittimata”

L'ex pm e leader di Unione popolare, Luigi de Magistris, commenta la nomina della Colosimo all'Antimafia: "Ora sì che c'è da avere paura".

Antimafia, de Magistris: “Così la Commissione parlamentare è delegittimata”

“L’Antimafia dovrebbe essere un patrimonio condiviso, al di là della destra e della sinistra, e si sarebbe dovuto provare a individuare un nome quanto più possibile gradito” ma si è deciso altrimenti. A pensarla così è Luigi de Magistris, leader di Unione Popolare nonché ex magistrato ed ex sindaco di Napoli, convinto che con la nomina di Chiara Colosimo è stata scritta “una pagina nera della storia italiana”.

Da un lato le celebrazioni del 31esimo anniversario della strage di Capaci, dall’altro la prima riunione della Commissione Antimafia che ha dato il via libera alla meloniana Colosimo. In questo momento cosa prova?
“Stamattina, ci tengo a dirlo, ho partecipato a una bellissima iniziativa all’Università della Calabria assieme al procuratore Nicola Gratteri. Un’esperienza lodevole a cui hanno partecipato centinaia di studenti, in una terra in cui i legami tra destra eversiva, apparati deviati dello Stato e ‘ndrangheta sono molto forti. Voglio partire da qui perché questo evento stride tantissimo con questa nomina, a mio avviso molto amara, della Colosimo”.

Come mai?
“Partiamo dal dato, negativo, che dopo tanti mesi si elegge un presidente e un ufficio di presidenza con una spaccatura fortissima tra maggioranza e opposizioni. Inoltre faccio notare che l’Antimafia dovrebbe essere un patrimonio condiviso, al di là della destra e della sinistra, e si sarebbe dovuto provare a individuare un nome quanto più possibile gradito. Non meno importante il fatto che da quanto si legge sulle cronache di questi giorni e dalla posizione assolutamente inedita dei familiari delle vittime delle stragi, la Colosimo è una persona che ha contatti con un personaggio come Ciavardini che ha macchiato di sangue, con omicidi e stragi, la storia del nostro Paese. Mi sembra veramente un pugno in faccia al 23 maggio, una brutta pagina a cui questo governo ci sta abituando”.

Si indaga tutt’ora sui rapporti tra la destra eversiva e la mafia. Secondo lei la Colosimo, amica dell’ex Nar Ciavardini – anche se lei smentisce -, è adatta a ricoprire il ruolo di presidente di una Commissione che potrebbe trovarsi a indagare proprio su questi rapporti sospetti?
“Secondo me bisogna introdurre un altro tema ossia quello delle competenze. Purtroppo negli ultimi tempi su questo aspetto va sempre peggio con le massime istituzioni democratiche del nostro Paese che ci stanno abituando a persone spesso poco competenti e talvolta imbarazzanti. Noi vorremmo pensare che alla presidenza della Commissione Antimafia ci fosse una persona che di mafia ne capisce ma non mi sembra questo il caso. Certo anche in passato ci sono stati casi di persone poco competenti in alcuni ruoli chiave dello Stato ma questo caso è più grave perché la Colosimo dimostra totale mancanza di conoscenza del fenomeno mafioso e non ha preso le distanze da Ciavardini come avrebbe dovuto. Poi faccio notare che alla Commissione Antimafia transitano anche atti coperti da segreto e hanno poteri simili a quelli della magistratura e quindi non ci possono essere ombre. Invece rilevo che nella Commissione sono stati fatti entrare anche diversi parlamentari coinvolti in vicende giudiziarie gravi. Ci sarebbe quasi da avere paura di questa Commissione”.

Nei giorni scorsi i familiari delle vittime della mafia e del terrorismo hanno protestato per una nomina ritenuta sbagliata, chiedendo alla maggioranza di ripensarci. Hanno fatto bene?
“Hanno fatto benissimo. Sono tutte persone che rappresentano la storia dell’antimafia sociale e dell’impegno civile. È oltremodo grave che non ci sia stata nemmeno la sensibilità di prendere contezza dei loro timori. Credo che la maggioranza avesse altri nomi da proporre al posto della Colosimo per evitare di urtare la suscettibilità di tanti. E già immagino l’imbarazzo che potrebbe sorgere nell’ufficio di presidenza tra la Colosimo e il suo vice Cafiero De Raho che hanno competenze ben diverse. Non scherziamo, si poteva tranquillamente evitare di esporre la Commissione Antimafia a quello che definisco un legittimo sospetto”.

Eppure malgrado i dubbi di tanti, la Meloni non ha voluto sentir ragioni. Come mai la premier continua a muoversi a colpi di maggioranza e a rifiutare il confronto con le opposizioni?
“Secondo me occorre fare una distinzione. Che la premier sia decisionista e che su alcune questioni di natura prettamente politica proceda a colpi di maggioranza, ci può anche stare. Del resto questo è quello che ci si aspetta dalla destra quindi non ci possiamo sorprendere. Quello che proprio non si può tollerare è che si agisca in questo modo sulle istituzioni di garanzia. Non si può andare avanti a colpi di maggioranza quando c’è di mezzo la lotta alla mafia. Se lo si fa non può che essere la prova dell’arroganza del potere e anche del fatto che a questa maggioranza l’argomento interessa poco e niente. A testimonianza di ciò le voglio ricordare che abbiamo evitato per il rotto della cuffia che questa maggioranza mettesse Giuseppe Valentino, un esponente di Fratelli d’Italia e il cui nome è stato più volte al centro di indagini delicatissime, anche da me condotte da Pm in Calabria, alla vice presidenza del Consiglio superiore della magistratura. C’è più di un legittimo sospetto sul fatto che questa maggioranza e Fratelli d’Italia non hanno a cuore il contrasto alla criminalità organizzata”.

Come vede il fatto che l’ex procuratore Antimafia Cafiero De Raho sarà il vice della Colosimo? E lei al suo posto avrebbe accettato l’incarico?
“Onestamente non avrei accettato perché, per il mio passato da magistrato, mi sarei trovato in estrema difficoltà a fare da vice a una presidente che ha avuto legami con la destra eversiva. Secondo me si doveva fare una battaglia perché l’Antimafia non può essere portata avanti a strappi, a legittimi sospetti o anche all’idea che poi sotto sotto ci possano essere accordi sottobanco come qualche giornalista ha scritto in questi giorni. A mio avviso è stata scritta una pagina nera, per giunta in un giorno tanto importante e che dovrebbe unire il Paese”.