Potrebbe svolgersi lunedì il Consiglio dei ministri sul decreto semplificazioni. O al massimo martedì, come afferma il ministro Stefano Patuanelli. Continua il confronto all’interno della maggioranza su quella che il premier definisce la madre di tutte le riforme. Obiettivo di Giuseppe Conte è fare in fretta, per mandare a Bruxelles un provvedimento che dimostri che il Paese sa investire e osare. I tecnici sono al lavoro per preparare il testo finale del decreto, che contiene una cinquantina di articoli su appalti, digitalizzazione della Pa, semplificazioni normative e modifiche a norme come l’abuso d’ufficio e il danno erariale. Conte insiste sul modello Genova. Con gare veloci per le opere considerate prioritarie e per le infrastrutture strategiche in settori come edilizia scolastica, sanità, trasporti, carceri.
L’elenco di queste opere, da affidare a commissari, potrebbe essere inserito, anche, in un Dpcm per consentire l’avvio immediato dei lavori. Sul modello del ponte costruito nel capoluogo ligure si registra la convergenza di Iv e M5S mentre Pd e Leu frenano. In discussione sono le soglie che farebbero scattare le procedure senza gare. La proposta caldeggiata dal premier prevede, per un anno, opere fino a 150mila euro in procedura diretta. Oltre tale cifra ci sarebbe la trattativa privata: fino a 350 mila euro inviti limitati a 5 operatori, da 350 a un milione a 10, da uno fino a 5 milioni a 15. Per i contratti sopra la soglia comunitaria dei 5 milioni verrebbe invece prevista la gara. “Immaginare di assegnare tutti gli appalti sotto una certa soglia a trattativa privata significa aprire la strada alla delinquenza organizzata ed espellere dal mercato le imprese serie”, attacca il presidente della Campania, Vincenzo De Luca.
Un altro dei nodi da sciogliere riguarda le norme sull’abuso d’ufficio. Per superare il blocco della firma i funzionari sarebbero perseguibili solo per colpa grave. Ma Iv è contraria. Si discute pu re sulla valutazione di impatto ambientale. E nonostante lo stralcio della sanatoria sugli abusi edilizi (“Non esistono condoni, questo governo non ha intenzione di farli”, assicura il numero uno del Mise) Leu continua a nutrire dubbi sul pacchetto delle norme edilizie. Per esempio su quelle che consentono le ricostruzioni in deroga, senza mantenere le stesse sagome. Il Pd promette poi battaglia se dovesse passare la norma che esclude il voto degli organismi competenti di Camera e Senato sulla nomina dei presidenti delle Autorità di sistema portuale.
La quadra sarebbe stata trovata invece sul capitolo digitalizzazione. “Nel settore dell’energia abbiamo bisogno di essere più rapidi, efficaci ed efficienti quando c’è chi vuole investire. Per quanto riguarda l’edilizia è giusto intervenire in modo importante sulla parte del codice degli appalti ma quello è un piccolo pezzo del procedimento che porta alla realizzazione di un’opera, credo che dobbiamo intervenire anche sulla parte autorizzativa dei progetti”, spiega ancora Patuanelli. “È una priorità il piano shock.
E, dopo otto mesi di attesa, sembra che sia finalmente la volta buona. In settimana, il Cdm dovrebbe approvare il dl e la cosa bella è che dovrebbero esserci inserite le opere pubbliche e private che saranno sbloccate”, dichiara Matteo Renzi. Non è escluso che il testo venga varato con la formula del “salvo intese” anche se il numero uno del Mise parla di un decreto in arrivo al Cdm che possa poi andare direttamente in Gazzetta. Gli industriali fremono per averlo al più presto.