Il sindaco di Molfetta, Tommaso Minervini, è stato posto agli arresti domiciliari nell’ambito di un’inchiesta condotta dalla Guardia di Finanza su un presunto sistema di appalti pilotati in cambio di sostegno elettorale. Lo ha deciso il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Trani, Marina Chiddo, che ha firmato un’ordinanza cautelare eseguita nella mattinata di oggi. Insieme al primo cittadino, ai domiciliari è finita anche la dirigente comunale Lidia De Leonardis, 58 anni, di Bari.
L’inchiesta, coordinata dalla Procura di Trani, ruota attorno alla realizzazione del nuovo porto commerciale di Molfetta, un’opera già da tempo al centro di un altro procedimento giudiziario per corruzione, attualmente in fase di dibattimento. Secondo l’accusa, Minervini – sostenuto da una coalizione civica trasversale che unisce centrodestra e centrosinistra – avrebbe promesso all’imprenditore portuale barese Vito Leonardo Totorizzo la gestione trentennale delle nuove banchine in cambio di un pacchetto di voti.
Appalti in cambio di voti, arrestato il sindaco di Molfetta
Oltre agli arresti domiciliari, il gip ha disposto l’interdizione dai pubblici uffici per un anno nei confronti dei dirigenti comunali Alessandro Binetti e Domenico Satalino, il divieto di dimora a Molfetta per l’ex luogotenente della Guardia di Finanza Michele Pizzo e il divieto per un anno di contrarre con la pubblica amministrazione per l’imprenditore Totorizzo.
Le accuse contestate, a vario titolo, sono pesanti: corruzione, turbativa d’asta, peculato e falso. La gip ha accolto quasi tutte le richieste avanzate dalla Procura, ritenendo fondate le ipotesi investigative formulate durante l’interrogatorio preventivo del 2 maggio scorso, cui erano state sottoposte otto persone.
La difesa del sindaco respinge però ogni accusa. “Ci aspettavamo un esito diverso, anche all’esito del lungo interrogatorio del 2 maggio, nel quale credevamo di aver spiegato le contestazioni”, ha dichiarato all’ANSA il legale di Minervini, l’avvocato Tommaso Poli. “La convinzione è che il sindaco abbia agito con onestà e nell’esclusivo interesse della città di Molfetta. Del resto, anche la Procura ha dato atto che nessun vantaggio personale è derivato al sindaco dalle condotte contestate”. Il legale ha annunciato ricorso al Tribunale del Riesame.