Aquarius, trovato l’accordo: i 58 migranti a bordo se li spartiranno Francia, Spagna, Germania e Portogallo. La soluzione dopo l’Sos partito dall’imbarcazione

Nuovo caso Aquarius. O, per essere più precisi, Aquarius 2. Questo il nome della nave della ong Sos Méditerranée che ha a bordo ben 58 migranti bloccati. Ma questa volta a non volerli far scendere non è la tanto vituperata Italia, ma la “civile” Francia di Emmanuel Macron. L’Eliseo, per bocca del ministro dell’Economia, Bruno Le Maire, intervistato da Bfm-Tv-Rmc, ha fatto sapere infatti che “per ora la Francia dice no”. Eppure era stato proprio Macron che a giugno aveva definito il ministro dell’Interno, Matteo Salvini, e il Governo italiano “cinici e irresponsabili“, con il portavoce di En Marche, Gabriel Attal, che aveva rincarato la dose dicendo che il blocco dei porti era “vomitevole”. Medici Senza Frontiere in giornata ha parlato di una situazione fortemente critica a causa di alte onde e maltempo. Ed è così che alla fine, dinanzi al niet della Francia e all’Europa che ha preferito non intervenire, grazie all’aiuto dei singoli Paesi la situazione si è risolta. Il Portogallo, infatti, ha fatto sapere che accoglierà 10 migranti, annunciando un accordo con la Francia, Germania e Spagna per l’accoglienza delle persone a bordo della nave. Anche Malta parteciperà alla ripartizione. Un accordo, spiega il ministero dell’Interno di Lisbona, che “è stata presa in modo solidale e concertato con Spagna e Francia”. I migranti saranno sbarcati in acque internazionali, trasferiti a Malta e distribuiti in quattro Paesi Ue. “Malta e Francia ancora una volta si fanno avanti per risolvere l’impasse dei migranti”, sha detto tronfio il premier di La Valletta Joseph Muscat. “Con Macron e gli altri leader vogliamo mostrare un approccio il più multilaterale possibile”, ha continuato il leader maltese.

Faccia di bronzo – Al di là delle dichiarazioni dei singoli leader, resta un fatto: la Francia ha detto no allo sbarco di Sos Méditerranée: “Se non definiamo delle regole comuni, non riusciremo ad affrontare la sfida dell’immigrazione”, ha dichiarato il Governo francese, chiedendo così la collaborazione degli altri stati membri dell’Ue. Esattamente come ha sempre detto pure l’Italia. L’Eliseo ha ricordato che, secondo le attuali regole comunitarie, la nave “deve attraccare nel porto più vicino (…) Non a Marsiglia”. Ha poi aggiunto che la Francia si assume le sue responsabilità accogliendo una quota di rifugiati, ma “dobbiamo dire no alla migrazione economica“. Repetita iuvant: anche qui, come ha sempre detto l’Italia.

E l’Europa che fa? – Come se non bastasse, il ministro per gli Affari Europei, Nathalie Loiseau, in un’intervista a Sud Radio ha avuto il coraggio di attaccare il governo italiano: “l’Europa è dieci volte più solidale di quanto non lo fosse in precedenza – ha detto – È il motivo per cui ridiciamo all’Italia che l’idea di chiudere i propri porti a delle persone in pericolo è contrario al diritto, è contrario all’umanità“. “Da ieri – ha poi aggiunto – i ministri dell’Interno Ue lavorano senza sosta, spero in una risposta entro oggi”. Gli attacchi al ministro Salvini arrivano, in blocco, da tutto il fronte di En Marche, con il deputato Said Ahamada, che ha dichiarato: “Se l’Italia vuole continuare a far parte dell’Europa deve rispettare le regole. Il diritto marittimo internazionale si applica alla Francia, ma anche all’Italia. Dei Paesi sovrani non possono ignorare le regole comuni solo perché si sono svegliati un giorno e hanno deciso così”. E in tutto questo cosa fa Bruxelles? Alle solite: si smarca dal dibattito e, attraverso la portavoce della Commissione europea, Natasha Bertaud, fa sapere che “la situazione legale dell’Aquarius è questa: è una nave senza bandiera europea, e ha operato in un’area di ricerca e salvataggio libica”, perciò “non impegna la responsabilità europea. Nessuno Stato membro si è fatto avanti” per aiutare. Come invece poi è avvenuto.