Archiviata a Bolzano l’inchiesta per frode sportina contro Alex Schwazer. I campioni di urina furono alterati per far risultare positivo il marciatore azzurro

Archiviata a Bolzano l’inchiesta per frode sportina contro Alex Schwazer. I campioni di urina furono alterati per far risultare positivo il marciatore azzurro

“Archiviazione per non aver commesso il fatto”. Il Gip del Tribunale di Bolzano ha disposto l’archiviazione per Alex Schwazer, sotto accusa per frode sportiva perché positivo al doping in occasione di un controllo effettuato nel gennaio 2016, positività che costò al marciatore azzurro l’esclusione dai Giochi Olimpici di Rio de Janeiro.

Schwazer, che ha sempre proclamato la propria innocenza e sostenuto una possibile manipolazione delle provette, sta scontando per quella positività una squalifica di 8 anni, confermata lo scorso maggio anche dal Tribunale federale della Confederazione elvetica di Losanna. Il giudice ha accolto la richiesta del pm contestandone la tesi di “opacità” da parte della Federazione mondiale di atletica (Iaaf) e dell’Agenzia mondiale antidoping (Wada) nelle analisi che portarono alla positività e alla squalifica di Schwazer, e rilancia dure accuse contro le due associazioni. Il giudice ritiene “accertato con altro grado di credibilità” che i campioni di urina nel 2016 furono alterati per far risultare l’atleta positivo.

“Nell’odierno sistema Wada e Iaaf – scrive il gip Walter Pelino – operano in maniera totalmente autoreferenziale ed il presente procedimento ha eloquentemente dimostrato come esse non tollerino affatto controlli dall’esterno ed anzi siano pronte a tutto per impedirlo, al punto di produrre dichiarazioni false e porre in essere frodi processuali”. Il giudice ipotizza i reati di falso ideologico, frode processuale e diffamazione nei confronti di chi avrebbe manipolato le analisi e invita il pm a svolgere nuove indagini.