Intercity addio. Con l’entrata in vigore dell’orario estivo chi viaggia potrebbe dieci treni in meno.
Le Ferrovie dello Stato del discusso ad Mauro Moretti hanno annunciato la soppressione da giugno di dieci mezzi che effettuano servizio in nove regioni italiane: Toscana, Piemonte, Lombardia, Veneto, Friuli, Emilia Romagna, Liguria, Umbria e Campania.
A dirlo alla Camera il sottosegretario ai Trasporti Umberto Del Basso De Caro, rispondendo a un’interpellanza urgente.
Gli Intercity in questione non sono compresi nel contratto di servizio esistente tra Fs e lo Stato (il cosiddetto “servizio universale”, che garantisce tutti quei treni che hanno valenza sociale e per i quali lo Stato copre una parte dei costi), quindi non ricevono sovvenzioni pubbliche ma operano in regime di mercato. “Questi treni sopravvivono solo con l’incasso di biglietti e abbonamenti e ogni anno registrano perdite pari a 30 milioni di euro”, dicono dalle Ferrovie.
L’unica possibilità di sopravvivere per questi treni è che lo Stato li inserisca nel contratto di servizio, cioè se ne accolli l’onere così come avviene per gli altri Intercity. Tutto sta a capire quanto costerebbe, in termini di soldi pubblici, riconoscere questi collegamenti come servizi di utilità sociale. P
L’associazione dei consumatori italiani protesta: E’ una palla colossale che gli Intercity servano solo flussi pendolari per tratte limitate, paragonabili al trasporto ferroviario locale gestito dalle regioni. E’ solo una scusa per eliminarli e per completare la strategia di Moretti di costringere gli italiani a prendere i treni super veloci, pur se non hanno alcuna necessità di dover raggiungere una destinazione a tempo di record, pagando prezzi sempre maggiori, esorbitanti”.
“Se gli Intercity fossero rami secchi, e così non è, lo sarebbero solo perchè ce li hanno fatti diventare, mettendoli in orari improbabili, con orari d’arrivo inutilizzabili”, prosegue il Codacons.