Assalto delle destre al Parco Sud di Milano

La Commissione bilancio della Regione Lombardia ha approvato a maggioranza la norma finanziaria del progetto di riforma della governance del Parco Agricolo Sud Milano.

Un piano per scippare Parco Sud e i suoi 47mila ettari di aree agricole e forestali all’attuale gestione e ai sindaci dei 60 comuni dell’hinterland che ne fanno parte. La Commissione bilancio della Regione Lombardia presieduta da Giulio Gallera ha approvato a maggioranza la norma finanziaria del progetto di riforma della governance del Parco Agricolo Sud Milano che modifica la legge 16/07, provvedimento licenziato a maggioranza dalla Commissione agricoltura lo scorso 3 novembre e adesso a disposizione del Consiglio per l’iter finale.

La Commissione bilancio della Regione Lombardia ha approvato a maggioranza la norma finanziaria del progetto di riforma della governance del Parco Agricolo Sud Milano

Hanno votato a favore i partiti di maggioranza (Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia), contrari Pd, Lombardi Civici Europeisti e Movimento 5 stelle. Questo parco di cintura metropolitana istituito nel 1990 ha una gestione affidata alla Provincia di Milano, di fatto a Città Metropolitana ma a fronte di problemi relativi “all’efficienza gestionale si è reso necessario un intervento per consentire l’introduzione di una gestione regionale – fa sapere Ruggero Invernizzi, presidente della Commissione – in linea con la scelta di affidamento di tutti i Parchi Regionali a Enti di diritto pubblico”.

Dello stesso avviso Franco Lucente (FdI), relatore del provvedimento che ha evidenziato come l’80% del parco sia privato e che non ha chiuso a ulteriori integrazioni al testo per andare incontro ai contributi dell’opposizione che in Commissione ha visto però tutti gli emendamenti bocciati. “Sui parchi ci si aspetterebbe che Regione Lombardia collaborasse e sostenesse i territori invece di entrare a gamba tesa per aumentare il proprio potere attraverso più membri di nomina nel consiglio di gestione e attribuendo a sé la nomina del direttore, fatto inconcepibile che rasenta l’incostituzionalità” è stata la replica di Fabio Pizzul e Matteo Piloni, capogruppo e capo delegazione dem in Commissione.

Le modifiche apportate al testo non sono sufficienti a impedire che questo diventi l’unico parco della Lombardia ad avere un’ingerenza non solo politica, ma anche amministrativa da parte della Regione. Una decisione inaccettabile per Michela Palestra, vicesindaca di Città metropolitana oltre che per l’attuale presidente del Parco Daniele Del Ben. “La maggioranza di destra vuole scippare il Parco Agricolo Sud Milano alla Città Metropolitana e ai 60 comuni che ne fanno parte”.

Le criticità sollevate in audizione dalla Città metropolitana e da 43 sindaci in una lettera indirizzata al Presidente Attilio Fontana e all’Assessore all’Agricoltura Fabio Rolfi non sono state prese in considerazione. I sindaci neppure ascoltati. “Abbiamo sempre sostenuto che dietro lo scippo del Parco Sud ci fosse la fame di poltrone che muove le politiche del centrodestra, ne abbiamo avuto conferma”. A fare battaglia con le associazioni contro la riforma, Nicola Di Marco, capogruppo M5S Lombardia.

“Viene tolto potere a livello locale e lo si accentra su Regione Lombardia che potrebbe portare in auge progetti di cementificazione dell’area, insediamenti logistici o nuove autostrade come quella ipotizzata negli anni scorsi e parallela al tracciato della Sp40, che sembra la riproposizione di parte della Toem (Tangenziale Ovest Esterna) con caselli a pagamento.

Al centrodestra non interessa la salvaguardia dell’ambiente, l’azzeramento del consumo di suolo e la tutela delle biodiversità, argomenti segnalati nelle precedenti audizioni da associazioni ambientaliste e da una lettera firmata dalla maggioranza dei Comuni. Ci batteremo in difesa delle peculiarità del Parco e delle realtà che lo abitano durante la discussione il Consiglio Regionale il prossimo 22 novembre”.