Assist di Tajani alla Meloni. Apre alla candidatura Ue per mettere in riga Salvini

È arrivata ieri un'importante apertura alla possibilità di candidarsi alle europee da parte del vicepremier Antonio Tajani.

Assist di Tajani alla Meloni. Apre alla candidatura Ue per mettere in riga Salvini

È ormai iniziata la lunga campagna elettorale verso le Europee. La premier Giorgia Meloni ha spiegato che deciderà “solo all’ultimo” se candidarsi. Ha fissato le chance “al 50%, per creare un po’ di suspense”, ammettendo però che “potrebbe essere importante verificare” se abbia ancora il consenso di inizio legislatura. Ma il suo è parso più un sì che no. La competizione com’è noto non sarebbe solo con i leader del campo avversario – soprattutto se a scendere in campo sarà anche la segretaria del Pd Ellly Schlein – ma anche tra i numero uno dei partiti che compongono la sua coalizione. Ecco allora che ieri si è registrata un’importante apertura alla possibilità di candidarsi da parte del vicepremier azzurro e ministro degli Esteri, Antonio Tajani.

È arrivata ieri un’importante apertura alla possibilità di candidarsi alle europee da parte del vicepremier Antonio Tajani

“Dobbiamo aspettare il congresso di Forza Italia che dovrà eleggere il nuovo segretario il 23 e 24 febbraio. Non ho alcun problema, sono stato eletto cinque volte al Parlamento europeo. Se sarà utile a FI – ha detto – mi candiderò, sapendo bene che gli elettori conoscono quali sono le carte in tavola, cioè, il leader del movimento politico si candida per rafforzare l’entità del movimento, un modo per dare forte identità a Forza Italia che sta crescendo nei sondaggi”. Dietro questa possibilità di candidarsi di Tajani è quasi automatico leggere un assist a Meloni in un’ottica anti-Salvini. Il vicepremier leghista e ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti ha deciso che non si candiderà.

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Nel 2019 fu il volto vincente delle destre in Europa mettendo a segno oltre il 34 per cento. Adesso per Salvini è grasso che cola se supererà il 10 per cento. Tajani, dicendo che la sua candidatura è legata alla possibilità di rafforzare Forza Italia, fa uscir fuori la contraddizione di Salvini che non presentandosi alle Europee rischia di penalizzare la Lega. Ma il leader del Carroccio preferisce correre questo rischio che quello di rimanere travolto dalla valanga di consensi che potrebbe piovere su Meloni se decidesse di candidarsi, facendo del Carroccio un carretto. Di certo, se Meloni e Tajani si candidassero, Salvini rimarrebbe isolato in una posizione non onorevole. Gli attriti tra i due vicepremier sono presto spiegati con la partita che si sta giocando sulle regionali.

Sebbene a una domanda sulla situazione interna all’alleanza, il ministro degli Esteri dica che le cose “vanno molto bene”, sappiamo che sulla riconferma dei presidenti di regione degli azzurri – Alberto Cirio in Piemonte e Vito Bardi in Basilicata – è in atto un braccio di ferro con la Lega. Soprattutto sulla Basilicata. Salvini, dopo aver rinunciato a Christian Solinas in Sardegna, si sente in credito e ha chiesto un sacrificio a Tajani in Basilicata chiedendo di rinunciare a Bardi. Salvini ha già in mente un suo potenziale candidato: è Pasquale Pepe, ex senatore, suo fedelissimo. Mentre Meloni punterebbe su un civico.

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Si sono fatti i nomi di Francesco Somma, presidente di Confindustria Basilicata e tra i fondatori di FI in Basilicata e di Francesco Di Ciommo, avvocato e prorettore della Luiss. Tajani punta i piedi. “Bardi è un eccellente presidente di regione, come è un eccellente presidente di regione Cirio in Piemonte. Credo che non solo faranno bene ma saranno portatori di un successo non di poco conto sia in Basilicata sia in Piemonte”, ha ribadito ieri.

Oggi al pre Consiglio dei ministri, intanto, si riproporrà il dl elezioni con la norma sul terzo mandato per i sindaci fino a 15 mila abitanti. Il decreto comprenderà l’accorpamento delle Europee con le amministrative e con il voto in Piemonte. Per quanto riguarda il voto in Basilicata una delle ipotesi sul tavolo è che la Regione possa andare alle urne tra aprile e maggio, prima delle Europee.