Assunzioni da ricovero all’Agenzia del farmaco. Tra conflitti d’interessi e silenzi del ministero

La legge che vieta i conflitti d’interessi nella PA è un optional all’ Agenzia del farmaco. Dove il dirigente che gestiva gare milionarie viene assunto

Tu dai oggi una mano a me che domani la do io a te. Nella pubblica amministrazione non dovrebbe accadere, ma il fenomeno è diffuso a tutti i livelli. A partire da quelli dirigenziali. A scoperchiare l’ultimo caso è un’interrogazione parlamentare dei soliti Cinque Stelle, ormai abilissimi a individuare i rapporti anomali che imperversano nella macchina dello Stato. Nel mirino finisce così l’Aifa, l’Agenzia italiana del farmaco dove il 6 maggio scorso il potente e ormai storico direttore generale Luca Pani ha assunto un nuovo direttore della propria segreteria tecnica. Una scelta caduta sul dottor Gianluca Polifrone nonostante un palese conflitto di interessi segnalato persino all’Autorità nazionale anticorruzione di Raffaele Cantone. Nel silenzio delle alte burocrazie gli incarichi però vanno e vengono senza che si faccia troppo rumore. E così Polifrone ha ottenuto senza colpo ferire la poltrona offerta da Pani. Né il ministro della Salute Beatrice Lorenzin, che dovrebbe (dovrebbe!) vigilare sull’Aifa, né alcuna voce dentro l’ Agenzia del farmaco si sono accorti di nulla o hanno avuto alcunché da eccepire. E dire che nei due anni precedenti all’incarico in Aifa, Polifrone aveva ricoperto importanti incarichi in seno alla Consip, dove fino all’anno precedente era notoriamente responsabile unico del procedimento delle gare Aifa.

SOLDI A FIUMI – Da questo signore, insomma, passavano fiumi di appalti milionari visto che la Consip – società del Ministero dell’Economia – svolge l’attività di consulenza, assistenza e supporto nell’ambito degli acquisti di beni e servizi delle amministrazioni pubbliche. Nonostante tutto questo, il direttore generale dell’Aifa non ha esitato a conferire l’incarico a Polifrone. E dire che il 20 aprile scorso, solo nove giorni prima dell’assunzione, il ministro Andrea Orlando aveva inviato una missiva a tutti i membri del Consiglio di amministrazione dell’Agenzia del farmaco, all’Anac, al Presidente Avcp e alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Roma. Una missiva nella quale si richiamavano le misure relative all’inconferibilità degli incarichi presso le pubbliche amministrazioni e gli enti privati di controllo pubblico ai sensi de decreto legislativo 39/2013. Una norma che non consentirebbe a Polifrone di ricoprire l’incarico all’Aifa proprio per via degli incarichi ricoperti precedentemente in Consip. Se tutto questo non bastasse, sempre nell’assordante silenzio del ministero della Salute, il 20 maggio Polifrone era stato anche giudicato inidoneo alla visita medica di routine prima dell’assunzione.

IL FEUDO – Tutti dettagli sui quali l’Aifa guidata come un feudo da Pani ha sorvolato. Di qui l’attacco a muso duro dei Cinque Stelle, che nella loro interrogazione parlamentare chiedono al ministro Lorenzin come faccia a non ravvedere l’illegittimità dell’incarico e svelano un dettaglio inedito, cioé l’assunzione a differenza di pochi mesi anche della moglie del Polifrone. Un privilegio dietro l’altro che secondo i Cinque Stelle potrebbe essere frutto di un rapporto molto stretto tra Polifrone, Pani e il capo di gabinetto del Ministero della Salute, Chinè.