Atene ora ostenta sicurezza. Tutti i debiti saranno onorati. Ultima spiaggia per evitare il default e l’uscita dall’euro

Ostentare sicurezza. Oltre ogni ragionevole dubbio. Il ministro delle finanze greco Yanis Varoufakis si vende la pelle dell’orso molto prima di averlo avvistato. “Il prossimo 5 giugno la Grecia pagherà la rata del prestito al Fondo monetario internazioanle perché per allora sarà stato raggiunto un accordo con i creditori internazionali”, dice sicuro del fatto suo. Niente default, quindi, né altre incertezze sul destino della Grecia. Ma quanto c’è da crederci? I mercati, per esempio, ci contano pochissimo. E anche ieri le Borse mondiali (ma molte erano chiuse) sono rimaste appese all’incertezza.

L’unica cosa su cui si può giurare è che le trattative tra Atene e i creditori procedono al rilento. Dopo l’allarme lanciato dal ministro dell’Interno Nikos Voutsis secondo cui il Paese non ha soldi per pagare pensioni e salari e insieme far fronte a 1,6 miliardi di scadenze di prestiti da restituire al Fmi nel mese di giugno, la smentita del portavoce del governo non è bastata a diradare le nubi. I soldi in cassa non ci sono e l’ultima trovata per recuperarli sembra essere un prelievo del 15% sui depositi bancari di cittadini greci non dichiarati all’estero, e il doppio per legalizzare quelli in Grecia. Soluzioni da ultima spiaggia. Lo stesso Varoufakis ha ammesso di aver preso in considerazione anche la possibilità di tassare i ritiri di contante via bancomat e sportello bancario per incoraggiare le transazioni elettroniche tracciabili e combattere l’evasione fiscale. Per i creditori internazionali una soluzione o l’altra cambia poco. Purché tornino i soldi.

E per far pressione partono gli avvertimenti. “Il tempo sta per scadere e senza un accordo con i creditori la Grecia non otterrà alcun nuovo finanziamento”, ha detto al quotidiano tedesco Bild il direttore del fondo salva-Stati europeo (Esm), Klaus Regling: “Stiamo lavorando giorno e notte per un’intesa, c’è il rischio di insolvenza e tanti rischi ad esso collegati”. In questo clima sicuramente teso, i mercati restano incerti. A Milano Piazza Affari ha chiuso in rialzo dello 0,18% frenata da Mps in caduta libera nel secondo giorno di aumento di capitale. Contrastate le altre Borse del Vecchio continente: dopo lo scivolone della vigilia Parigi ha ceduto lo 0,6%, Londra l’1,18%, mentre Francoforte è arretrata dell’1,61%. Ma le ripercussioni maggiori si sono avute nello spread tra Btp e Bund tedeschi: la differenza di rendimento è tornata ad allargarsi in area 135 punti con i titoli italiani che rendono l’1,9%. Il Tesoro però ha collocato 2,978 miliardi di Ctz e Btp indicizzati. L’Ocse, intanto, rileva un rallentamento della crescita allo 0,3% nel primo trimestre, con Usa e Germania in frenata più di tutti.