Atti concreti per uscire alla crisi. La Cna diventa una casa di vetro

di Carola Olmi

Per invertire il ciclo economico negativo servono gesti concreti. E fiducia nel lavoro, nel progresso e nel futuro. Il segnale che ieri è partito, più forte di mille promesse, dal mondo delle piccole e medie imprese rappresentate dalla Cna. L’associazione ha inaugurato a due passi dalla strategica via Nomentana, a Roma, la nuova sede nazionale. Una enorme sfida – ha detto il presidente Ivan Malavasi (al timone pro tempore anche di Rete Imprese Italia) – che gli artigiani e i piccoli imprenditori hanno raccolto e vinto. Un modello che ora va portato nel Paese “come esempio di risposta alla crisi”. Davanti a una sala gremita e affiancato dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Filippo Patroni Griffi, dall’assessore comunale Marta Leonori, dal vescovo ausiliario di Roma, monsignor Guerino Di Tora, e dal segretario generale della Cna, Sergio Silvestrini, nell’auditorium di piazza Mariano Armellini è stato spiegato come la nuova sede si “caratterizza per l’uso del vetro, che garantisce trasparenza: dall’interno del palazzo si può vedere fuori, ma dall’esterno si può guardare dentro”. Insomma, la casa degli artigiani è un’autentica casa di vetro, in senso metaforico e reale. Una trasparenza che anche Patroni Griffi ha definito bi-direzionale. Nel palazzo, che con un tentativo di polemica il Fatto Quotidiano ieri ha definito “mega”, c’è invece il senso di una confederazione che privilegia il fare al piangersi addosso; il costruire al l’arrendersi al declino. Il tutto con lo spirito di solidarietà tipico di quel mondo artigiano che soffre la crisi ma non rinuncia ad essere solidale. Non a caso ieri è stata ricordata la raccolta di fondi per le popolazioni alluvionate della Sardegna che sta conducendo la Confederazione come un esempio di solidarietà concreta. Solidarietà ricordata pure da monsignor Di Tora, che con la Cna ha collaborato da responsabile della Caritas diocesana di Roma nelle attività relative all’imprenditoria immigrata. Una storia – ha detto Malavasi – che la nuova sede aiuterà a proseguire rinsaldando i legami organizzativi con gli associati.