Vaticano e magistratura indagano sul ritrovamento di alcune ossa nella sede della Nunziatura. Potrebbe appartenere a due persone. Nuovo sopralluogo della Scientifica

In corso accertamenti della Scientifica e della Mobile su alcune ossa rinvenute nella sede di Roma della Nunziatura apostolica

Le autorità vaticane e la polizia italiana stanno compiendo accertamenti sul rinvenimento di alcune ossa umane, avvenuto lunedì pomeriggio in un seminterrato annesso alla sede della Nunziatura apostolica di via Po a Roma. Il ritrovamento dei resti a villa Giorgina, ha fatto sapere martedì una nota della Santa sede, è avvenuto durante alcuni lavori di ristrutturazione.

Al momento non è ancora certo a che epoca risalgano i resti, che, tra l’altro, potrebbero non appartenere a una sola persona. Gli operai avrebbero, infatti, ritrovato uno scheletro quasi intero e altri frammenti ossei in un altro punto del locale dove erano in corso i lavori. Da una prima analisi visiva, le ossa del bacino, rinvenute sepolte sotto il pavimento, potrebbero essere di un soggetto di sesso femminile.

La Procura di Roma, che procede per omicidio, in seguito al ritrovamento dei resti nell’edificio di via Po, ha disposto accertamenti tecnici, in particolare sul cranio, sul bacino e sui denti, per cercare di individuare a chi appartengano. Il lavoro degli inquirenti, in particolare, punta a verificare l’esistenza di legami con la scomparsa di Emanuela Orlandi e di Mirella Gregori, le due minori di cui non si sa più nulla da trentacinque anni. Un nuovo sopralluogo degli esperti della Scientifica e degli investigatori della Squadra Mobile è stato compiuto a villa Giorgina anche martedì sera. Per avere una risposta, attraverso la comparazione del dna, sarà, però, necessario attendere gli esiti delle analisi.

“Chiederemo alla Procura di Roma e alla Santa Sede in che modalità sono state trovate le ossa e come mai il loro ritrovamento è stato messo in relazione con la scomparsa di Emanuela Orlandi o Mirella Gregori” ha commentato l’avvocato Laura Sgrò, legale della famiglia Orlandi. “Non voglio illudermi, voglio restare con i piedi per terra – ha detto, invece, Maria Antonietta Gregori, sorella dell’altra ragazza scomparsa nel 1983 -, ma in cuor mio spero che quelle ossa siano di Mirella così si potrebbe mettere la parola fine a questa vicenda e io avrei un luogo dove andare a piangere e portare un fiore a mia sorella”.

“La notizia dovrebbe riempire di gioia ma se le ossa risultassero di Emanuela è come se fosse morta oggi” ha commentato Pietro Orlandi. “Se questa è la verità – ha aggiunto il fratello di Emanuele – è importante che esca. Voglio sapere perché Emanuela si trovava in quel posto e chi ce l’ha portata”.