Autostrade a trazione pubblica: vertice tra fondazioni e Cassa Depositi e Prestiti. Iniziata la partita per l’ingresso dello Stato: tra sette giorni la firma dell’intesa con Atlantia

Comincia ad entrare nel vivo la partita che porterà nei prossimi mesi alla nascita della nuova Autostrade per l’Italia a trazione pubblica. Prima tappa cruciale, giovedì, con la presentazione da parte di Aspi del nuovo Piano economico finanziario, ma in attesa dei numeri che consentiranno di iniziare a definire meglio i primi dettagli dell’operazione, le grandi fondazioni hanno fatto un primo punto con Cdp per avere almeno a grandi linee il quadro della situazione. Intorno al tavolo in videocall, il presidente di Cassa, Giovanni Gorno Tempini, l’ad Fabrizio Palermo, il direttore dell’Acri Righetti e tutte le fondazioni azioniste di Cdp, tra cui Compagnia San Paolo e fondazione Crt. L’incontro, durato poco più di un’ora, è stato interlocutorio e dalle fondazioni sarebbe emersa una generale disponibilità a partecipare all’operazione non appena disponibili i dettagli concreti. Il dossier Aspi sarà anche al centro di un cda di Cdp, atteso in settimana. Non solo. Entro sette giorni dovrà essere tradotto nero su bianco con tanto di cronoprogramma: per il 27 luglio è atteso infatti il Memorandum of understanding tra Cdp e Atlantia che darà il via all’operazione. Cresce intanto l’attesa per i dettagli del nuovo Piano economico finanziario di Autostrade per l’Italia, che la società presenterà dopodomani al ministero delle Infrastrutture e che, secondo le richieste del Mit, dovrà contenere gli elementi anticipati dal concessionario nella proposta transattiva, dagli interventi compensativi senza effetto sulla tariffa per un importo di 3,4 miliardi al programma di investimenti sulla rete autostradale pari a 13,2 miliardi di euro (incrementabili a 14,5) fino alla consistente riduzione della tariffa. Un piano cruciale per verificare tariffe e remunerazione degli investimenti, fondamentali per permettere di definire il valore dell’azienda (stimato tra i 6 e i 10 miliardi), che è il vero snodo intorno cui ruota l’operazione. Una partita che fa, ovviamente, gola a molti: dai fondi stranieri come Blackstone, che in Italia ha già investimenti per 4 miliardi e sarebbe disponibile ad un’operazione di sistema, all’australiana Macquarie. Sul fronte italiano si guarda a soggetti come F2i e Poste Vita, oltre che alle casse di previdenza. A scegliere gli investitori istituzionali sarà Cdp, che, dopo un aumento di capitale (che potrebbe essere vicino ai 4 miliardi per il 33% di Aspi), dovrebbe costituire per fine ottobre un veicolo ad hoc (con gli investitori istituzionali al 22%) cui andrà il 55% della nuova Aspi . L’iter, che si concluderà con lo sbarco in Borsa della nuova società pubblica, è però ancora lungo e non privo di nodi da sciogliere. A partire dalla due diligence fiscale, finanziaria e tecnica.