I consumatori se ne saranno accorti vedendo i prezzi, mentre gli agricoltori lo stanno appurando, qualora ce ne fosse il bisogno, dai bilanci. Il risultato è anche lo stravolgimento delle abitudini alimentari, visto che prima tra ottobre e novembre era il momento di vino novello da abbinare a una scorpacciata di castagne.
La produzione di castagne nel 2016 è stata infatti un’autentica catastrofe, che ha colpito particolarmente la Campania, regione che basa gran parte della produzione agricola autunnale di questo frutto. Il principale problema è il cinipide, un parassita killer che colpisce i germogli delle piante, impedendo la crescita delle castagne. Molti Comuni della provincia di Salerno hanno chiesto lo stato di calamità.
“A mancare quest’autunno saranno anche le castagne italiane con il crollo del raccolto che si è verificato in Campania, la prima regione produttrice, dove si prevede un taglio fino al 90% ma cali sono segnalati in tutto il meridione mentre una leggera ripresa dei raccolti si stima al nord, pero’ con alcune zone critiche a causa della siccità”, ha spiegato la Coldiretti. Il dato numerico è impressionante: quest’anno la produzione sarà inferiore ai 20 milioni di chili del 2015, meno di un terzo rispetto ad appena dieci anni fa.
Oltre alla presenza del parassita killer, anche le condizioni meteo hanno inciso molto sulla produzione: “Le piogge di metà primavera hanno appesantito il polline. Quello rimasto sugli alberi, inzuppato d’acqua, è scoppiato con il sole. Non c’è stata quindi la produzione dei ricci”, aveva già spiegato Angelo Bini, vicepresidente della Cooperativa Castanicoltori dei monti Cimini di Vallerano (Viterbo).