Avvocati come avvoltoi

di Clemente Pistilli

Marcia indietro dell’Amami. Dopo la diffusione dello spot sugli avvoltoi della malasanità e le critiche fatte dagli avvocati, che si sono sentiti ingiustamente infangati, l’Associazione medici accusati di malpractice ingiustamente sembra correggere il tiro. L’Amami ha scritto una lettera al Consiglio nazionale forense, specificando che il video oggetto delle polemiche non voleva indentificare i legali con gli avvoltoi, ma rivolgersi a quanti fanno gli avvoltoi incitando i pazienti a denunciare i medici con la promessa di facili e ricchi risarcimenti. Tutto rientrato? Ancora presto per dirlo. Il Cnf, presieduto da Guido Alpa, dopo la presentazione dello spot, ha diffidato l’associazione medica a rimuovere quelle immagini dal web e chiesto di specificare se l’accusa era effettivamente rivolta agli avvocati. Visto che l’iniziativa, presentata lunedì scorso a Roma, rientrava in un convegno patrocinato dal Mistero della salute, i legali avevano poi chiesto al ministro Beatrice Lorenzin di prendere le distanze da quella campagna, riservandosi comunque eventuali azioni, sia in sede civile che legale, a difesa degli avvocati. “Il Cnf – aveva specificato il Consiglio nazionale forense – richiama al rispetto del senso etico ogni professione anche nei reciproci rapporti, nella convinzione che i toni e le forme diffamatorie assolutamente generalisti nuocciano alla corretta analisi dei fatti e, in fin dei conti, nuocciano proprio a quei diritti che si dichiara di voler tutelare”. Al momento non risulta alcuna iniziativa presa dal Ministero della salute, ma la risposta dell’Associazione medici accusati di malpractice ingiustamente è chiara: gli avvoltoi del video non sono per noi gli avvocati, ma chi specula sulla malasanità. Nessuna associazione toghe-avvoltoi, hanno assicurato. Il Cnf sta così valutando se considerare l’incidente concluso o se comunque promuovere una qualche azione a tutela della categoria. Occorrerà ora vedere se tutto si risolverà in una polemica sostanzialmente conclusa o se, il dibattito di questi giorni, consentirà effettivamente di giungere a una maggiore attenzione verso il problema della colpa medica, che consenta di lavorare nel miglior modo possibile a tutti.