Aziende di Stato al rush finale

di Sergio Patti

La decisione su Eni e le altre società quotate potrebbe arrivare domenica prossima, a mercati chiusi. Il Tesoro annuncerà la lista con i nomi degli amministratori da presentare alle assemblee. Scelte strategiche, da cui dipende una buona fetta delle possibilità di questo Paese di risollevarsi azzeccando le future politiche industriali. Il premier si è tenuto fin ora fuori dalla girandola del toto-nomine spiegando che prima saranno valutati i progetti dei numerosi candidati selezionati dalle due società di cacciatori di teste incaricate dal ministero di via XX Settembre, e poi si vedranno i nomi. Nomi che non mancano, e ai quali si aggiungono in queste ore personaggi sempre di maggiore peso nel contesto economico e finanziario.

Déjà vu
L’indiscrezione dell’ultimo momento porta ai piani più alti di Banca Intesa SanPaolo. Per la posizione di amministratore delegato delle Poste, uno degli incarichi più delicati da assegnare, si parla infatti di Gaetano Miccichè. Una sorta di déjà vu, dato che Poste Italiane devono l’avvio della grande trasformazione nell’attuale polo bancario a Corrado Passera, divenuto in seguito Consigliere delegato di Banca Intesa; il manager con cui Miccichè ha condiviso tutti i dossier più scottanti. L’ipotesi comprenderebbe il passaggio dell’attuale Ad, Massimo Sarmi, nel ruolo di presidente, così da formare una squadra di primissimo piano per consentire una quotazione del gruppo veloce e performante, come nei programmi annunciati dal ministro Padoan. Altro dossier complicato resta quello di Eni. I risultati ottenuti dovrebbero far riconfermare a occhi chiusi l’attuale Ad, Paolo Scaroni. La condanna – da molti giudicata a orologeria – appena arrivata per la vecchia gestione della centrale Enel di Porto Tolle, ma anche il ruolo di cerniera con la Russia di Putin (oggi fumo negli occhi per gli americani) lo rendono però debole. Per questo restano alte le quotazioni di Maurizio Maugeri come presidente e dell’attuale direttore generale Claudio De Scalzi come Ad. Quest’ultimo, sicuramente non sgradito a Scaroni, consentirebbe una transazione più morbida nelle attività del Cane a sei zampe. All’Enel sembra possa farcela a restare in sella l’attuale Ad, Fulvio Conti, che però diventerebbe presidente. Nel ruolo di amministratore delegato gli ambienti più vicini a Matteo Renzi nelle scelte economiche avrebbero chiesto con insistenza il nome di una donna. Difficile che però l’identikit possa diventare quello di Monica Mondardini, data in uscita dal gruppo Cir (De Benedetti). Holding che ha in pancia Sorgenia, società energetica arrivata a un passo dal crac.

Silvio c’è?
Proprio dall’Enel, a sorpresa, potrebbe essere ripescato il presidente uscente Andrea Colombo, dato fino a ieri un po’ fuori da questa tornata di nomine. Colombo potrebbe infatti rientrare come presidente di Terna, mentre per il ruolo di Ad è diventata più forte l’ipotesi Mauro Masi, attuale Ad della Consap, che potrebbe accontentare Berlusconi, non escludendo così del tutto l’opposizione – fondamentale per il cammino delle riforme – dall’assegnazione degli incarichi di maggior peso. In Finmeccanica, infine, non si discute nemmeno la conferma di Gianni De Gennaro alla presidenza. Più incerta la decisione su Alessandro Pansa, costretto a muoversi con troppi limiti per via degli scandali ereditati dalle precedente gestione.