Azzurri tutti in piedi, in ginocchio ci finisce solo Letta. Il leader del Pd novello Re Mida ma alla rovescia. Pure il suo appello alla Nazionale respinto al mittente

Il leader del Pd, Enrico Letta, novello Re Mida ma alla rovescia. Pure il suo appello alla Nazionale respinto al mittente.

Azzurri tutti in piedi, in ginocchio ci finisce solo Letta. Il leader del Pd novello Re Mida ma alla rovescia. Pure il suo appello alla Nazionale respinto al mittente

Enrico Letta pare essere un novello Re Mida alla rovescia. Tutto quello che tocca si trasforma in ferro invece che in oro. Non enunciamo l’ormai lunga lista di guai che ha combinato da quando è stato eletto segretario del Partito democratico al posto di Nicola Zingaretti vittima, tra l’altro, dell’ennesima congiura di Palazzo al Nazareno. I guai più grossi Letta Nipote li ha combinati infatti nella preparazione delle amministrative a Torino, Bologna e Roma, mentre a Napoli sembra tenere una tenue tregua per il candidato sindaco.

Se Zingaretti aveva stretto con Conte un asse strategico che prevedeva un accordo di lunga durata Letta è dedito invece ad una navigazione di piccolo cabotaggio che gli impedisce di avere un progetto strategico e si deve accontentare di quello che capita alla giornata. Ad esempio, non sono passati inosservati alcuni comportamenti scomposti ed eccessivi in un cattolico –pur senza entrare nel merito- per quanto riguarda il ddl Zan, che lo hanno visto protagonista di esibizioni in canottiera con scritta. Insomma roba di Salvini o giù di lì.

La cifra caratteristica del suo agire politico in questo momento pare essere quella dell’inopportunità e cioè fa cose sbagliate nei momenti sbagliati, il che, per il segretario di quello che i sondaggi danno addirittura come il primo partito italiano, non è un buon viatico. L’ultima di Letta è stato il suo tentativo di costringere tutti i giocatori della nazionale a d’inginocchiarsi in campo prima della partita degli Europei, Austria-Italia.

Intanto il risultato è stato disastroso e cioè è riuscito ad ottenere una spaccatura tra i giocatori, i dirigenti e l’opinione pubblica. Infatti ora, ognuno dice la sua. A questo punto solo alcuni giocatori si inginocchieranno in segno di protesta contro il razzismo. Cioè la situazione peggiore. Letta ha formidabili e inaspettate – per un supposto moderato – qualità divisive che lo pongono in una situazione di estremo disagio in un partito complesso come è il Pd in cui ci sono solide e strutturate correnti.

Anzi, ci sono addirittura due anime, quella democristiana a cui dovrebbe appartenere Letta e quella post comunista che non solo non si sono mai amalgamate ma addirittura tendono a separarsi al minimo soffio di vento, rivelando, tra l’altro, che la costituzione del partito democratico fu frutto di una fusione a freddo che volle Romano Prodi per avviare in Italia un discorso simile a quello americano, ma non considerando le formidabili diversità culturali e politiche tar noi e gli statunitensi.

Diversità che afferiscono anche alla cultura, e alla visione del mondo. Il fatto che Letta ora abbia messo in difficoltà la tenuta e la compattezza di un giocattolo perfetto e cioè la nazionale italiana di calcio che sembra essere la migliore di sempre è un altro inciampo che peserà sulla sua valutazione segretariale. Senza contare poi che questo discorso, come quello sul ddl Zan, è un discorso molto personale che attiene alle libertà civili.

Non è detto che tutti debbano condividere tutto, ma per fortuna c’è ancora la libera scelta e questo non significa che uno sia automaticamente contro i diritti dei diversi o sia razzista. Insomma, sono temi di notevole complessità e soprattutto soggetti a d’interpretazioni e sfumature. Letta invece si muove con la proverbiale delicatezza di un elefante in una cristalleria.