Balneari in pressing sul governo: “Pronti a chiudere le spiagge”

Meloni voleva affrontare il dossier balneari dopo le elezioni. Ma le associazioni del settore vogliono subito una legge.

Balneari in pressing sul governo: “Pronti a chiudere le spiagge”

Benché il governo abbia da sempre sposato la causa dei balneari e quella degli ambulanti, in questo momento non ha intenzione di andare allo scontro aperto con la Commissione europea, da tempo in pressing affinché Roma si allinei con la direttiva Bolkestein nel campo delle concessioni. Troppi i fronti già aperti con l’Europa, dal Pnrr ai migranti fino al Mes.

L’idea dell’esecutivo è prendere tempo e affrontare il dossier dopo le elezioni europee ed eventualmente aprire un confronto con il prossimo commissario europeo che si occupa della materia. Ma le associazioni di categoria non ci stanno e giovedì sono scese in piazza a Roma – migliaia di lavoratori e concessionari del settore, insieme ai sindaci dei territori arrivati da tutta Italia – e si sono fatte sentire pure a Bruxelles nel corso di una conferenza stampa organizzata dagli eurodeputati della Lega.

La tesi del governo sui balneari

A gennaio il governo ha risposto al parere motivato con cui a novembre Bruxelles aveva ribadito la procedura di infrazione per il mancato adeguamento dell’Italia alla direttiva sulle concessioni. Il 67% delle coste italiane è libero, solo un terzo è dato in concessione: è stata questa la conclusione cui è giunto il tavolo messo in piedi dalle destre.

Il che confermerebbe che la risorsa naturale disponibile non è scarsa, e quindi non si applicherebbe a questo settore la direttiva Bolkestein che impone nuove gare. Bruxelles ha confutato questa tesi ma le associazioni di categoria non vogliono sentir ragioni e se la prendono pure con il governo che non si decide a tradurre le conclusioni del tavolo in una norma.

“Serve la legge subito – ha spiegato Antonio Capacchione, presidente del sindacato italiano balneari aderente a Fipe-Confcommercio – si è tentato di tutto per boicottare questa manifestazione e dividere le associazioni, anche mercoledì con una riunione farsa e giovedì con una conferenza in contemporanea alla Camera”. Conferenza, (organizzata da Assobalneari Italia, aderente a Federturismo-Confindustria, e Base Balneare con Donnedamare) in cui tutti i partiti di maggioranza hanno espresso solidarietà al settore e sostenuto le sue motivazioni.

La difesa delle destre

“I balneari hanno alcuni nemici giurati. Penso a Giavazzi, che faceva il consigliere di Draghi, per il quale risolvere il problema dei taxi e dei balneari sembrava essere la soluzione di tutto. Io invece non credo che l’Italia decolli se si perseguitano i Balneari o si alimentano le guerre tra Taxi e Ncc. Certamente i balneari non sono riusciti a fare una comunicazione efficace e a smontare un argomento, quello per cui pagano 100 milioni e incassano 10 miliardi, con un rapporto che non hanno nemmeno i narcotrafficanti”, ha spiegato il presidente dei senatori di Forza Italia, Maurizio Gasparri.

La premier “Giorgia Meloni ha sbagliato a non essere qui, a non metterci la faccia – ha detto ancora Capacchione -. Troppo comodo farlo dall’opposizione”. “Siamo pronti a tutti i confronti e a rivalutare ogni ipotesi” ma “per avere regole certe se sarà necessario ci saranno nei prossimi mesi ulteriori step di forte pressione verso la politica, anche valutando, ahimè, nei primi giorni di giugno di chiudere l’offerta balneare italiana”, ha detto Maurizio Rustignoli, presidente di Fiba-Confesercenti.