Banche italiane senza pudore. Confermato il presidente Abi. Scandali e credito col contagocce non bastano. Per i grandi istituti l’ex politico Patuelli va bene

di Sergio Patti

Peggio fanno e più stanno a galla. Tipico in un Paese decadente come è l’Italia di questi anni, e ancor più tipico per un sistema di potere economico logoro, autoreferenziale e di fatto ormai completamente scollegato dalla realtà. Capita così che all’associazione della banche italiane, anziché cacciare tutti per lo scarsissimo contributo delle nostre banche nel sostenere la ripresa, oltre che per l’inefficacia dell’associazione, ieri hanno confermato al vertiice l’ex politico Antonio Patuelli. Ce lo vedremo ai convegni e a Porta a Porta a dire che va tutto bene madama la marchesa. Invece non va bene proprio un bel niente. Le banche italiane scoppiano della liquidità concessa dalla Banca centrale europea, ma i soldi li investono nella finanza o in Borsa, magari finanziano chi compra le azioni delle banche stesse. La magistratura su episodi di questo genere ha aperto diverse inchieste, ma per l’Abi non è successo niente. Così, su indicazione delle grandi banche, il direttivo dell’associazione ha confermato il presidente – che se c’era dormiva – fino al 2018.

SOLITI VIZI
Le banche italiane invece hanno responsabilità gravissime. Non solo per aver dato miliardi ai soliti noti e umiliato migliaia di imprese sane, lasciate senza credito, non solo per gli stipendi e i bonus milionari dati ai manager – anche a quelli che hanno fatto perdere valore – ma soprattutto per non aver saputo opporsi alle regole delle varie Basilee, dietro le quali ancora oggi si nascondono per dare il credito col contagocce.