Le stablecoin, le cripto attività di ‘seconda generazione’ ancorate ad altri asset, valute e con riserve, continuano a preoccupare la Banca d’Italia. La sua vice dg Chiara Scotti rinnova l’allarme davanti alla commissione parlamentare d’inchiesta del sistema bancario e finanziario. Un atteggiamento opposto a quello del presidente Usa Donald Trump che loda il fenomeno definendolo una “rivoluzione”.
I rischi delle cripto attività, dal riciclaggio alle crisi di panico per i risparmiatori
Nella sua relazione Scotti, con una lunga esperienza alla Federal Reserve, rileva come dall’espansione delle stablecoin possano arrivare problemi alla stabilità dei mercati e al sistema dei pagamenti e vengano usate nel riciclaggio oltre a causare perdite per i risparmiatori con veri e propri fenomeni di ‘panico’, corsa ai rimborsi e, in ultima analisi, una minaccia alla stessa sovranità europea visto che il 99,9% di tale attività è ancorato al dollaro.
Per la vice dg serve quindi la regolamentazione, meglio se uniforme sui mercati, anche se non basta. Certo il fenomeno è ancora limitato in Italia ma in crescita e i consumatori rischiano di non capire la natura delle cripto attività confondendole con i prodotti bancari e assicurativi. E in caso di stress dei mercati “si potrebbero generare fenomeni di panico tra gli utenti, con una corsa alle richieste di rimborso”.
La soluzione è l’euro digitale
Scotti rileva che l’innovazione tecnologica è inarrestabile e le stablecoin possono portare anche benefici nei pagamenti transfrontalieri. Ma appunto per tutelare la sovranità europea vista l’incertezza internazionale e dare ai consumatori pagamenti sicuri e garantiti la strada è quella dell’euro digitale.