Basta morti sul lavoro, la nuova battaglia di Grillo. Pubblicati sul blog del fondatore M5S tutti i nomi e le foto delle 1.017 vittime di quest’anno

Beppe Grillo torna a farsi sentire per lanciare una nuova battaglia dei Cinque Stelle, questa volta contro le troppe morti sul lavoro.

Basta morti sul lavoro, la nuova battaglia di Grillo. Pubblicati sul blog del fondatore M5S tutti i nomi e le foto delle 1.017 vittime di quest’anno

Beppe Grillo torna a farsi sentire per lanciare una nuova battaglia dei Cinque Stelle, questa volta contro le troppe morti sul lavoro.

“Quando il personale ispettivo delle Asl si è dimezzato in 10 anni – ha scritto nel suo blog – come si può sperare che ci siano più controlli per la sicurezza sul lavoro e che poi andrà tutto bene? Aver esteso all’Ispettorato Nazionale del Lavoro i controlli per la sicurezza sul lavoro, non basta assolutamente! Andavano aumentati i tecnici della prevenzione delle Asl, ma il governo ha deciso diversamente. Ma non bastano solo i controlli, per fermare questo triste bollettino di guerra sul lavoro, che ogni giorno miete nuove vittime, ci vuole l’impegno di tutti”.

CosìGrillo ha ricordato anche le parole di Papa Francesco, nella messa di Natale (“l’uomo è signore, non schiavo del lavoro. Nel giorno della vita ripetiamo: basta morti sul lavoro, e impegnamoci per questo”).

UNA STRAGE. “Nei primi 10 mesi dell’anno, secondo l’Inail ci sono state 1.017 denunce di infortunio mortale sul lavoro” ha scritto Grillo precisando di non voler dare altre cifre: “Basta parlare di numeri, sono persone. Che avevano degli affetti, che avevano degli hobby, che avevano degli amici, che avevano una vita!”. Per questo Grillo ha pubblicato sul suo blog la lista, non nomi e cognomi, delle morti sul lavoro aggiornata al 26 Dicembre 2021: “Una lista che fa impressione, che fa venire il magone dentro. Morti che di bianco non hanno proprio un bel niente”.

Dall’archivio: Morti sul lavoro, pochi controlli contro gli abusi. Così è facile aggirare le regole. Parla il sociologo Domenico De Masi: “Si è creata una condizione di precarietà crescente”.