La Banca centrale europea invita l’Italia a riconsiderare la proposta di legge sulle riserve auree di Bankitalia. Un invito formulato con toni formali ma inequivocabili, contenuto nel parere firmato da Christine Lagarde e pubblicato sul portale europeo Lex-Europa. Nel documento, l’istituto di Francoforte sottolinea innanzitutto un punto: non è chiaro quale sia la finalità concreta della misura. La proposta, si legge, non è accompagnata da alcuna relazione illustrativa capace di chiarirne ratio, obiettivi e possibili conseguenze.
Il cuore del richiamo della Bce riguarda l’indipendenza della Banca d’Italia e, più in generale, del Sistema europeo delle banche centrali. Il Trattato Ue — ricorda il parere — non definisce la questione delle riserve ufficiali in termini di proprietà, ma di detenzione e gestione esclusiva. Proprio la gestione, che comprende anche la possibilità di comprare o vendere oro in autonomia, è garantita da un principio preciso: né la Bce né le banche centrali nazionali possono ricevere o accettare istruzioni dai governi degli Stati membri. Allo stesso modo, i governi si impegnano a non influenzarne le decisioni.
Oro di Bankitalia, la Bce avverte l’Italia: “Riconsiderare la proposta per tutelare l’indipendenza”
Il documento tocca poi uno dei nodi più sensibili. Un eventuale trasferimento delle riserve auree o in valuta estera dal bilancio della Banca d’Italia allo Stato finirebbe per eludere il divieto di finanziamento monetario previsto dall’articolo 123 del Trattato. Secondo la Bce, una simile operazione metterebbe inoltre a rischio il principio di indipendenza finanziaria, architrave del funzionamento del sistema monetario europeo.
Se il legislatore italiano ritiene necessario chiarire la natura giuridica della proprietà dell’oro di Bankitalia, prosegue il parere, questo non può avvenire senza un confronto diretto con la stessa Banca d’Italia. Solo così si può garantire che restino pienamente rispettate le condizioni poste dal Trattato, in particolare l’indipendenza della banca centrale sancita dall’articolo 130.
Il monito di Francoforte non chiude la porta a ulteriori chiarimenti, ma segnala in modo netto che il perimetro delle riserve è materia delicata, regolata da norme comunitarie e non disponibile a interpretazioni che possano ridurne la tutela.