Fifa, Blatter non vuole schiodare. Oggi si vota la presidenza. Ma lo svizzero nemmeno dopo l’ultimo scandalo è disposto a mollare la poltrona

Potremmo dire solo contro tutti. Ma in realtà Blatter non è affatto solo. Continuano a sostenerlo i dirigenti del terzo mondo. Sempre più accecati e sordi, perfino davanti agli ultimi fatti denunciati dall’Fbi. Perciò non è da escludere, anzi è probabile, che il congresso di oggi darà il quinto mandato a Sepp Blatter. Nonostante lo scandalo si stia allargando a macchia d’olio, tra tangenti, dirigenti corrotti e spese da nababbi.

IL  TENTATIVO

Michel Platini ci ha provato. Ma Blatter non ha accettato di dimettersi. Troppo tardi per farlo, ha detto. La Fifa farà pulizia sui corrotti, ha promesso. Si difende così: momento difficile senza precedenti. Ma non si sente responsabile (“non posso vedere tutto”). L’ex colonnello svizzero, in piena tempesta, sembra il pilota suicida dell’aereo tedesco. Platini ha detto che è disgustato e ha fatto squadra Uefa. Tutte le federazioni europee (anche quella italiana gestita da Tavecchio e dai dilettanti allo sbaraglio) saranno compatte a votare l’altro candidato, il terzo erede del re Hussein di Giordania (una candidatura debole come la brezza a Ferragosto ma che può diventare l’alternativa). Ovviamente la Russia si schiererà a fianco di Blatter, soprattutto dopo l’arringa di Putin che ha accusato gli Stati Uniti di voler danneggiare e boicottare i mondiali di Mosca del 2018. Siamo tornati al clima di guerra fredda degli anni Ottanta, quando due edizioni dei Giochi Olimpici furono i boicottati. Per contro, dagli Usa la giustizia assicura che l’inchiesta è solo all’inizio. E quindi ne vedremo ancora delle belle. Il premier inglese Cameron invece chiede piazza pulita e le dimissioni di Blatter. Anche gli sponsor plurimiliardari cominciano a lanciare messaggi chiari: o si cambia o addio soldi.

SFIDUCIATO

Comunque vada, anche se dovesse essere rieletto, il quinto mandato di Blatter sarà una corsa a ostacoli. Avrà continuamente il fucile puntato. E per un ex colonnello ottantenne non è il massimo. «Se Blatter sapeva è colpevole, se non sapeva è incapace e deve andarsene», così Mino Raiola, uno dei procuratori più noti nel mondo del calcio, dichiara guerra al presidente della Fifa: «Ma comunque lo farò fallire io con la class action più grande della storia».

LA CONTA DEI VOTI

Le federazioni membri della Fifa sono 209. Così divise: Uefa (Europa) 53, Caf (Africa) 54, Afc (Asia) 46, Concacaf (America del nord, centrale e Caraibi) 35, Ofc (Oceania) 11, Conmebol (Sudamerica) 10. Per essere eletto al primo turno un candidato deve raccogliere i due terzi dei voti (140). Proviamo a fare due conti. I membri africani e sudamericani si schiereranno quasi tutti con Blatter. Del resto hanno avuto per premio i Mondiali del Sudafrica e del Brasile. L’Europa (tranne la Russia) contro, così l’Australia e il Nord America. Restano gli asiatici come ago della bilancia: quanti saranno quelli che voteranno per Hussein? Occhio alle schede bianche perché potrebbero essere numerose.

LA MICCIA

È vero che questa inchiesta, le cui conclusioni sono arrivate in prossimità del congresso, assomigliano molto a una bomba a orologeria, tuttavia l’esito sta portando a galla prove inconfutabili sulla corruzione e i metodi in voga all’interno dei dirigenti Fifa. Ma la miccia era pronta da tempo. Però nessuno – prima dell’Fbi – aveva voluto accenderla.