Bollini sui farmaci fuori legge. Maxi sequestro ad Avellino, si teme una grande business della contraffazione

Una sequestro di 10mila farmaci, a causa di bollini contraffatti, è stato portato a termine ad Avellino. Scoppia così il caso dell'istituto poligrafico.

Una maxi sequestro di 10mila farmaci, a causa di bollini contraffatti, è stato portato a termine a Mercogliano, in provincia di Avellino. Le confezioni sono state messe sotto la tutela del titolare del deposito, che è risultato estraneo ai fatti. Secondo una prima stima, il valore complessivo dei medicinali ammonta a 100mila euro. I carabinieri stanno indagando sull’episodio di contraffazione: vogliono accertare se la produzione dei bollini identificativi dei farmaci sia un difetto dell’Istituto poligrafico o se le confezioni siano arrivate  sul mercato attraverso canali paralleli, attraverso la criminalità organizzata. La Notizia aveva raccontato di possibili difetti della produzione da parte dell’Istituto poligrafico – Zecca dello Stato (Ipzs), oltre che dei costi elevati. Tra le confezioni sequestrate ad Avellino c’erano anche famaci di uso comune.

L’Ipzs ha comunque voluto precisare con una nota: “Il sospetto riferito da alcuni organi di informazione locali che il Poligrafico possa produrre bollini non a norma è del tutto destituito di fondamento. Si precisa, infatti, che alla luce degli interventi tecnologici operati, dall’aprile del 2016 l’eventuale cancellazione del numero presente sul bollino può avvenire solo con fraudolente e drastiche aggressioni che vanno affrontate come tutte le contraffazioni/manomissioni che hanno ad oggetto le carte valori”.

Si tratta del secondo caso in pochi giorni: il 3 aprile era stata portata a termine un’operazione simile a Vietri sul Mare, nel salernitano. Anche per questo il pubblico ministero Salerno ha disposto una serie di controllo e di ispezioni nei vari depositi farmaceutici. L’obiettivo è quello di accertare se le confezioni reperibili sul mercato siano dotati dei necessari requisiti previsti dalla legge per scongiurare che eventuale merce contraffatta possa arrivare nelle mani dei pazienti con danno alla salute pubblica.