Slitta la salita dei tassi Usa. E le Borse ripartono. Torna il segno positivo pure sui listini asiatici. Euforia sulle piazze europee

La svalutazione cinese e la reazione dei mercati sembra aver convinto gli Stati Uniti a rinviare l’aumento dei tassi Fed. Questo significa disporre ancora di grandi masse di liquidità a buon mercato: quello che il sistema finanziario voleva. Così dopo giorni di forte volatilità e di caduta soprattutto per le Borse asiatiche, ieri i listini sono tornati a volare. Un rally partito da Shanghai (+5,3%), Shanzhen (+3,3%) e Hong Kong (+3,6%) e arrivato in Europa. Milano ha chiuso a +3,39%, Francoforte +3,18%, Parigi +3,49% e Londra +3,56%. Guadagni che si sono aggiunti a quelli di martedì scorso con cui si erano già recuperate quasi tutte le perdite del lunedì nero. In liena pure Wall Street, partita in positivo grazie ai dati sul Prodotto interno lordo americano superiori alle attese, e nonostante un prevedibile consolidamento dei guadagni della seduta del giorno precedente: la migliore dal novembre 2011.

SI SVALUTA ANCORA
A creare tanto ottimismo ha contribuito ancora una volta anche la Banca centrale cinese, intervenuta sui mercati con l’equivalente di 23,4 miliardi di dollari di pronti contro termine. Parallelamente è continuata la svalutazione dello yuan, che adesso registra il tasso di riferimento verso il dollaro più basso dall’agosto 2011. Secondo quanto riportato da Bloomberg, Pechino avrebbe inoltre venduto una fetta dei titoli di Stato Usa in portafoglio, per cercare di regolare la svalutazione della propria moneta, oggi più vicina a un valore più veritiero sui mercati.