Bourlot nominato all’Accademia nazionale. E ora da spartire c’è la torta degli enti romani

di Andrea Koveos

Cosa ci fa un imprenditore immobiliare nel Consiglio di amministrazione dell’Accademia di Santa Cecilia? Bisognerebbe chiederlo al presidente Nicola Zingaretti che, zitto zitto, lo ha nominato rappresentante per la Regione Lazio in una delle più antiche istituzioni musicali al mondo. Una decisione passata sotto traccia senza alcuna comunicazione stampa. Bourlot è un uomo che conta e non solo a Roma. Ha le mani in pasta sia nel settore dell’informazione, è presidente del Cda dell’agenzia di stampa Asca, sia in quello universitario essendo presidente dei laureati Luiss, oltre che essere amministratore unico della Lunetta immobiliare Srl. Riveste anche altre cariche: consigliere d’amministrazione di Cinecittà Entertainment, membro dell’Advisory Board del Fondo Mandarin Capital Partners. Ha un ruolo di primordine anche nel mondo della finanza, molto vicino al gruppo industriale della Famiglia Merloni se non altro perché ha sposato Claudia Merloni figlia di Francesco, attuale presidente vicario del patto di sindacato di Rcs Mediagroup. Ritorna la domanda iniziale di cosa ci faccia all’accademia di santa Cecilia. Più che sulle sue competenze musicologiche, Zingaretti ha pensato ad accontentare un uomo addentro gli affari capitolini. Amico di Luigi Abete, ma in ottimi rapporti anche con Aurelio Regina, Innocenzo Cipolletta, Gian Paolo Letta e soprattutto Massimo Caputi è la persona giusta per intrecciare quelle relazioni pubbliche indispensabili alla ricerca del consenso. Eppure sulla questione delle nomine il presidente della Giunta aveva già subito un’aspra critica da parte del Movimento 5 stelle che, attraverso un esposto, aveva denunciato cariche dirigenziali duplicate, assenza di evidenza pubblica nella loro assegnazione, violazione delle norme di legge per la selezione del personale, delibere non pubblicate. Zingaretti rispedisce al mittente le accuse e minaccia querele. Nel frattempo occorre sistemare gli ultimi ex colleghi della giunta provinciale rimasti fuori dal governo regionale. E il caso dell’ex assessore alle Politiche Culturali di Palazzo valentini, Cecilia D’Elia che Nicola vorrebbe piazzare alla presidenza di Zetema, sindaco Marino permettendo, nonostante tutto lasci intendere che quello dei due esponenti del Pd sarà un asse non solo politico, ma anche amministrativo.
La D’Elia, in ogni caso se la dovrà vedere con il sempre verde Gianni Borgna, ex assessore capitolino che inaugurò proprio la società per la valorizzazione culturale. Discorso a parte merita l’azienda speciale Palaexpo, per cui sembra in dirittura la nomina dell’attore Francesco Siciliano -figlio di Enzo ex presidente della Rai – vice responsabile nazionale della cultura del Pd.
Al di là delle prime dichiarazioni di circostanza, in cui venivano invocati criteri di trasparenza e merito, sulle nomine dei vertici della municipalizzate il primo cittadino dovrà saper resistere alle forti pressioni interne. Nessuno vuole rimanere escluso dalla ricca torta di tutti gli enti che gravitano intorno al Campidoglio. In ogni caso si comincerà con comincerà da Atac, Ama e Zetema, appunto.
Poi sarà la volta delle società partecipate, come Acea, Eur Spa (qui Umberto Croppi sarebbe in pole position) Investimenti Spa, dove gli interventi dovranno essere concordati anche con gli altri azionisti.