Se non fosse già successo sette mesi fa, si potrebbe pensare che il rogo alla Pecora elettrica è frutto di un destino beffardo. Eh già perché la libreria antifascista di Roma, nel quartiere periferico di Centocelle, doveva riaprire proprio domani dopo che era stata chiusa a seguito del rogo, risultato probabilmente doloso, del 25 aprile scorso. Certo per quanto riguarda il rogo di ieri la situazione è ancora piuttosto ingarbugliata e non si può escludere la tragica fatalità. Ma più di qualche elemento sembra stonare al punto che si può tranquillamente pensare al gesto intenzionale. In primo luogo il fatto che sul caso, su cui è già a lavoro la Procura di Roma, gli inquirenti hanno rinvenuto evidenti tracce di quello che sembra essere liquido infiammabile e, a fiamme spente, anche un motorino carbonizzato piazzato al centro della sala che, questo il sospetto, potrebbe essere stato usato come miccia.
DUBBI SU DUBBI. Poi l’orario in cui le fiamme sono divampate, intorno alle tre di notte, quando cioè nessuno si trovava all’interno della struttura o nelle strade limitrofe. Ma soprattutto c’è quel precedente di sette mesi fa a pesare come un macigno. Così al vaglio dei magistrati di piazzale Clodio, i quali in mattinata apriranno un fascicolo d’indagine a carico di ignoti, ci sono due diverse ipotesi di lavoro. La prima fa riferimento al fatto che potremmo essere in presenza di un atto d’odio motivato da ragioni politiche, la seconda che si possa trattare di una ritorsione per disturbo allo spaccio del quartiere. Può sembrare una tesi strampalata ma quest’ultima, al momento, è quella su cui si starebbero concentrando gli inquirenti.
Un’ipotesi che ricollegherebbe il rogo di ieri alla Pecora elettrica a quello, di poco meno di un mese fa, appiccato alla pizzeria antistante. I due locali sono, infatti, gli unici aperti fino a tarda sera. Un dettaglio che, secondo gli inquirenti, potrebbe aver infastidito i pusher della zona che non gradirebbero il via vai in ore cruciali per lo smercio di sostanze stupefacenti che, come di consueto nella zona, avviene nel vicino parco pubblico. Al momento i magistrati intendono tenere aperte tutte le piste investigative e hanno già disposto l’acquisizione delle telecamere di video sorveglianza della zona e starebbero cercando di capire se ci possa essere stato qualcuno che abbia sentito o visto qualcosa. Insomma il classico testimone che potrebbe risolvere l’intero caso.
RABBIA E SOLIDARIETA’. Subito dopo la notizia del devastante incendio che ha letteralmente distrutto tutto, interni del locale compresi, non sono tardate ad arrivare le reazioni del mondo politico. A partire dalla sindaca Virginia Raggi che, di ritorno dal Viaggio della Memoria con le scuole e da sempre in prima linea contro il malaffare, ha affidato a twitter il proprio pensiero: “Inquietante l’ennesimo rogo alla libreria. Se fosse confermato l’atto doloso sarebbe estremamente grave. Vicina ai proprietari, si faccia subito chiarezza”. Sulla stessa lunghezza d’onda anche il segretario dem, Nicola Zingaretti, che sempre a mezzo social ha commentato: “La Pecora Elettrica è un luogo di cultura e aggregazione. Ai proprietari dico di tenere duro e lottare per restituire a Roma la bellezza e la passione del loro impegno sociale”.