di Fabrizio Gentile
Non era scontato ma oggi l’Ue “ha finalmente fatto un passo avanti” sul tema dell’immigrazione. Lo ha affermato il presidente del Consiglio, Enrico Letta, al termine del vertice di Bruxelles che ha inserito nelle conclusioni una serie di impegni per gestire l’emergenza. Per il premier, le conclusioni del summit “sono sufficienti” ma non lo sarebbero “se non ci fossero conseguenze operative” da affrontare nei prossimi appuntamenti. In ogni caso, “si è raggiunto il risultato di considerare il tema dell’immigrazione come europeo e non italiano o greco, o maltese”.
Barroso: agire subito
“Bisogna agire ora, non è un nuovo problema, ma ora è urgente”, ha riconosciuto il presidente della Commissione europea, Josè Manuel Barroso: la task force ad hoc dovrà fare delle proposte al Consiglio di dicembre, dando una “risposta su quattro fronti”: ricerca e salvataggio in mare, aiuto ai Paesi alle frontiere, rapporti coi Paesi d’origine dei migranti e lotta al crimine organizzato e alla tratta di esseri umani.
Quanto al rafforzamento di Frontex, al momento vi sarebbe solo un’indicazione generale che non prevede azioni concrete immediate. Anche secondo il presidente del Consiglio Ue, Herman
Van Rompuy, i leader dell’Ue hanno convenuto sulla “necessità di un’azione coordinata” e sulla “condivisione delle
responsabilità” con i Paesi più esposti per evitare che si ripetano tragedie come quella di Lampedusa.
Sul tema dell’immigrazione “qualcosa sta già cambiando”, in Europa si è presa coscienza che è una “questione politica molto importante” che non riguarda solo i Paesi che si affacciano sul Mediterraneo, ha ammesso il ministro per l’Integrazione, Cecile Kyenge. L’Anm ha invece bollato come “inutilmente repressivo” l’approccio che “continua a ispirare “la legislazione penale in materia di immigrazione”: non serve “una demagogica retorica della sicurezza” bensi’ “una gestione del fenomeno che punti su efficaci strumenti amministrativi piuttosto che su quelli penali”. Nel frattempo, altri 800 immigrati sono stati soccorsi da unità del dispositivo “Mare nostrum” nel Canale di Sicilia: di questi 201 sono a Lampedusa, dove il centro di prima accoglienza è nuovamente in crisi, con 718 ospiti per 300 posti. I migranti che hanno raggiunto l’isola nella notte sono prevalentemente siriani, di cui 53 bambini e 39 donne, alcune incinta. Sono stati recuperati circa 400 profughi, mentre un cargo di bandiera panamense è stato dirottato verso un’imbarcazione in difficoltà con 80 migranti a bordo e altri 95 sono stati prelevati da un pattugliatore. Da Lampedusa sono previsti subito i primi trasferimenti verso altre strutture di accoglienza. Prevista la partenza di 85 profughi con un volo speciale predisposto dal ministero dell’Interno e 21 con il traghetto di linea.
Le critiche
Ma Carlo Fidanza, eurodeputato di Fratelli d’Italia, non è per nulla d’accordo col premier: ‘’In una condizione di assoluta emergenza, non puo’ bastare un generico richiamo alla solidarietà per far gridare alla vittoria il premier Letta. Il posticipo dei temi giuridici come l’asilo a giugno 2014, senza peraltro un esplicito richiamo alla revisione di Dublino 2, significa nella migliore delle ipotesi un altro anno di totale isolamento nella gestione dei flussi di richiedenti asilo, senza alcun programma di reinsediamento e ridistribuzione negli altri Paesi Ue. D’altronde il governo – prosegue Fidanza – avrebbe dovuto vigilare prima, anziche’ firmare senza batter ciglio gli accordi di Dublino 2, come avvenuto lo scorso 7 giugno. Lo stesso potenziamento di Frontex che dovrebbe essere sancito a dicembre, diventerà operativo quando le condizioni meteo avranno ridotto i flussi e comunque non in tempo per coadiuvare l’Italia nella gestione dell’emergenza di queste settimane. Insomma – conclude – Letta gioisce ma è una vittoria di Pirro’’.