Il buco nero degli Over 60: sei milioni non vaccinati. La Fondazione Gimbe suona l’allarme. Il flop della campagna sugli anziani aumenta i rischi dell’indiana

La Fondazione Gimbe riporta dati alquanto preoccupanti sulla pandemia. Il flop della campagna sugli anziani aumenta i rischi dell’indiana.

Il buco nero degli Over 60: sei milioni non vaccinati. La Fondazione Gimbe suona l’allarme. Il flop della campagna sugli anziani aumenta i rischi dell’indiana

L’autorevole fondazione Gimbe nel suo report settimanale riporta dati alquanto preoccupanti sulla pandemia. Intanto risalgono i contagi settimanali del 5% dopo ben 15 settimane consecutive di discesa – e qui ci possiamo pure stare visto il clima di “liberi tutti” che il governo ha di fatto decretato – ma il fatto è che lo studio rileva una “esitazione vaccinale” per cui in tre settimane si sono dimezzate le prime somministrazioni e, nel contempo, la variante delta dilaga ponendosi al 22,7% in media nazionale, mettendo ad alto rischio 5,75 milioni di over 60.

Ma siamo sicuri che il super piano vaccinale del duo Draghi-Figliuolo sia quella marcia trionfale che ci viene propinata giornalmente dall’entusiasta militare pennuto? Cioè, per essere più precisi, come mai ci sono quasi sei milioni di over 60 a serio rischio perché non vaccinati? E questo proprio in concomitanza con lo scatenarsi della temuta variante Delta o indiana che dir si voglia? La ministra Gelmini ci bacchetta e ammonisce che ci sono appunto queste quantità di persone che non si sono vaccinate e si vuole vendere una vaccinazione “porta a porta” che non significa nulla se non si traduce in un piano fattuale, concreto e operativo.

E cioè il governo Draghi, il ministro Speranza e il generale Figiuolo devono produrre un dettagliato piano vaccinale di recupero di chi per ora è sfuggito alla vaccinazione e non stiamo parlando di chi non vuole farla, ma di chi per vari motivi non è stato raggiunto. Un esercito di vaccinandi che potrebbe dare un grande contributo al fondamentale raggiungimento della quota minima per la cosiddetta immunità di gregge che comunque, è bene ricordarlo, vale fino ad un certo punto per un Paese non isolato come l’Italia. Cioè l’immunità si raggiunge teoricamente (dipende dal tipo di virus) intorno al 75% di immunizzati in un sistema chiuso, cioè senza flusso di persone dall’esterno, cosa che ovviamente non è, e questo alza ancor di più l’asticella.

Un discorso a parte andrebbe poi fatto per chi pervicacemente non si vuole vaccinare ricordando che fino a qualche tempo fa le vaccinazioni erano obbligatorie per altre malattie che grazie a questa politica furono finalmente sconfitte. Ma torniamo al governo dei migliori. Serve un piano operativo dettagliato, un cronoprogramma delle vaccinazioni. Senza di esso i proclami di Figliuolo-Gelmini sono qualcosa di simile alle inutili “grida” manzoniane reiterate periodicamente senza risolvere alcun problema. Draghi, che è un uomo del fare sa benissimo che senza piano operativo siamo alla presa in giro. Non si capisce poi perché i medici di famiglia siano stati completamente o quasi messi da parte nel piano vaccinale non inviandogli dosi e tenendoli bene alla larga.

Se adesso occorre recuperare questi cittadini non vaccinati è assolutamente fondamentale che siano attivati massicciamente proprio i medici di famiglia, gli unici capaci di raggiungere tutti velocemente ed anche di convincere chi ha dubbi. Quindi se si vuole fare un piano operativo lo si faccia veramente coinvolgendo chi può portare a compimento la difficile missione senza perdere tempo in inutili chiacchiere politiche ed elettorali mentre le varianti mettono di nuovo a rischio la salute pubblica ed una ripresa che cominciava a delinearsi.