Bufera sullo staff della Mogherini a Bruxelles

di Stefano Sansonetti

Un caso che in Europa sta già facendo un bel po’ di rumore. In questi giorni a Bruxelles si muovono le ultime pedine per completare la composizione degli staff dei vari commissari europei. Ormai la magna pars del lavoro è fatta. E nell’entourage di Federica Mogherini, nominata dopo varie polemiche Alto rappresentate per la politica estera della Ue, spunta fuori un nome che fa discutere parecchio. Il fatto è che la Mogherini sarà coadiuvata da due portavoce, di cui una è Catherine Ray. Al suo attivo c’è una densa esperienza nel settore della comunicazione all’interno delle istituzioni comunitarie. Per esempio ha già fatto parte degli staff di ex commissari come Pascal Lamy, Janez Potocnik e Andris Piebalgs. Sin qui, nulla di particolare. Si dà però il caso che la Ray sia sposata con Thomas Barros-Tastets, partner di Gplus, una grossa società di lobbying che cura anche gli interessi dei russi di Gazprom.

IL PUNTO
E qui, secondo qualche osservatore, dovrebbe già scattare l’allarme per un possibile conflitto d’interessi. E’ appena il caso di ricordare come l’ascesa della Mogherini al ruolo di responsabile della politica estera europea sia stata fortemente osteggiata da tutta una serie di paesi dell’Est che imputavano a lei e al governo italiano un’eccessiva vicinanza alle posizioni di Mosca. Il tutto in un momento in cui l’Unione europea, su pressione anche degli Stati Uniti, si propone di recidere quel cordone energetico russo dal quale dipendono diversi paesi. E si considerino gli interessi che sin qui l’Eni ha coltivato nel progetto di gasdotto South Stream, partecipato anche da Gazprom (ma il Cane a sei zampe ha fatto capire che potrebbe abbandonare il progetto). La Mogherini, nel corso dei mesi, è stata costretta a fare dichiarazioni per marcare una distanza più accentuata dalla Russia di Vladimir Putin. Ma per qualcuno la posizione italiana sembra essere rimasta avvolta nel dubbio. Il gruppo di lobbying Gplus, nel quale lavora il marito della Ray, ha sede a Bruxelles ed è iscritto nell’ormai famoso Transparency Register, in pratica l’elenco di tutti i lobbisti accreditati presso le istituzioni comunitarie (vedi La Notizia del 9 aprile 2014). Il nome di Barros-Tastets compare proprio tra quelli che possono accedere ai locali del Parlamento Ue. Tra i gruppi i cui interessi sono portati avanti dalla società, è inserita la dicitura “Diversified Energy Communications (for Gazprom Export)”. Il dettaglio potrebbe essere collegato a quanto riportato sul sito internet di Gplus a proposito di Barros-Tastets, nel passaggio in cui si dice che il partner “coordina la parte europea di un consorzio che fa da consulente a un colosso energetico internazionale”. Il nome non viene fatto, ma rimane la scheda di Gplus nel Transparency Register, che cita espressamente Gazprom.

GLI ALTRI
Per carità, tra i “clienti” della società di lobbying ci sono tanti altri gruppi. Per esempio spuntano i colossi energetici Repsol e Total. E c’è anche Eni Adfin, in pratica la società finanziaria del Cane a sei zampe. Ma il caso della nomina della Ray, moglie di un lobbista di Gazprom, come portavoce della Mogherini, ha già fatto esplodere il caso. L’indiscrezione era stata lanciata nei giorni scorsi dal sito Radio Free Europe/Radio liberty, ma nel frattempo on line sono addirittura comparse diverse foto del matrimonio tra la Ray e Barros-Tastets. Insomma, le conseguenze della nomina potrebbero espandersi. La Commissione europea, contattata da La Notizia, per bocca di una portavoce di Juncker, Mina Andreeva, ha confermato innanzitutto che la Ray è sposata con Barros-Tastets. Dopodiché ha aggiunto che la Ray “è stata selezionata con la stessa procedura utilizzata per gli altri portavoce della Commissione. Tutti sono stati giudicati da un gruppo di alti funzionari che hanno valutato le loro competenze”. In questo contesto la Ray “ha fornito ai suoi superiori le informazioni sull’attività professionale del marito”. Il quale, “come partner di Gplus, collabora alla comunicazione di numerose società”. Infine Bruxelles fa notare che la Ray è portavoce con competenze su “Africa, America Latina e paesi del Golfo”. E “non c’è ragione di credere che ci sia un potenziale conflitto d’interesse”. Ma non tutti sono d’accordo.

Twitter: @SSansonetti