Buonuscite d’oro per i laici del Csm

Le spese complessive del Csm aumentano e non di poco: dai 39,8 milioni dell’anno scorso si arriva a esborsi pari a 44,4 milioni.

Il countdown è partito: il 13 dicembre il Parlamento si riunirà in seduta comune e sarà chiamato, sulla scorta dei curricula depositati a Montecitorio o a Palazzo Madama, a eleggere i dieci componenti laici del Csm.

Le spese complessive del Csm aumentano e non di poco: dai 39,8 milioni dell’anno scorso si arriva a esborsi pari a 44,4 milioni

Come specificato nell’avviso istituzione, “è necessario presentare la propria candidatura che, tenuto conto dei requisiti per l’elezione previsti dalla Costituzione e dalla legge, può essere presentata da: i professori ordinari di università in materie giuridiche; gli avvocati dopo quindici anni di esercizio effettivo”.

E in effetti già molte ne sono arrivate. I membri in carica, dunque, sono pronti a lasciare dopo quattro anni di mandato e un piccolo periodo di prorogatio dovuto alle ultime elezioni politiche. Ma non avranno di che lamentarsi dato che, a leggere il bilancio di previsione 2022, non solo a loro spettano lauti compensi per l’autorevole incarico svolto, ma anche indennità di fine mandato.

Nel caso in cui non dovessero trovare lavoro, chissà. È tutto scritto nero su bianco. Ad aumentare, facendo un confronto tra l’anno in corso e il 2021, sono soprattutto e proprio le retribuzioni per i componenti del Consiglio Superiore della Magistratura. Per carità: parliamo d’altronde di un ruolo importante, essendo l’organo di autogoverno della magistratura, presieduto direttamente dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella (il vice è l’ex dem David Ermini, nella foto insieme).

Ciò che stupisce, però, è la voce relativa alla “indennità di cessazione dalla carica ai Componenti laici eletti dal Parlamento”: si prevede una spesa di 1,4 milioni che, divisa tra gli otto componenti laici che termineranno il loro mandato (ultima consiliatura a otto prima del passaggio a dieci), fanno in media 175mila euro cadauno. Non male.

A questo punto però andiamo a curiosare tra le altre uscite che il Csm ha affrontato quest’anno. Una lunga trafila di voci da cui emerge, ad esempio, che nel 2018 si prevede di sborsare circa 7,2 milioni di euro solo per “spese per compensi e altri assegni ai componenti Csm”. Un bel salto considerando che nel 2021 la previsione iniziale si attestava a 5,6 milioni e, soprattutto, tenendo conto che i membri del Csm sono solo 27 (compresi presidente della Repubblica, primo presidente di Cassazione e procuratore generale della Cassazione).

In attesa che arrivi la tanto agognata riforma del Csm, insomma, l’organo più alto e autorevole della magistratura si è coccolato non poco quest’anno. E non solo i componenti. A leggere il bilancio 2022 le spese complessive aumentano e non di poco: dai 39,8 milioni dell’anno scorso si arriva a esborsi pari a 44,4 milioni. Accanto ai componenti laici, anche il personale nel 2022 costerà lievemente di più rispetto al 2021: da 25,4 milioni si passa a 26,8.

E poi, ovviamente, ci sono beni, servizi e forniture da assicurare al Consiglio. Come ad esempio i 685mila euro previsti per la “fornitura di servizi di biglietteria e pernottamenti per i vari componenti” del Csm, più eventuali catering per eventi istituzionali; o i 120mila euro per mezzi di trasporto.

Curiosi pure i 20mila euro ad hoc per la “fornitura di capi di abbigliamento al personale autista”. E poi ancora pulizia dei locali e facchinaggio (480mila euro), acquisto di immobili (300mila), fino alla “realizzazione del progetto di reingegnerizzazione del sistema informativo del Csm” (2,6 milioni dai 180mila euro dello scorso anno). Alla fine anche per beni e forniture il conto cresce di oltre 4 milioni. Se questo è l’inizio della riforma, non si parte col piede giusto. Vedremo se la nuova composizione segnerà l’inizio di un nuovo corso o farà fatica a tagliare, ad esempio, le indennità.