La magistratura “non va mai delegittimata, non mi sono dimesso perché non rispetto il suo lavoro”. A dirlo ieri il presidente dimissionario della Calabria, Roberto Occhiuto. “A volte i tempi della giustizia non sono quelli del governo”, ha aggiunto. “Dopo l’avviso di garanzia ho visto dirigenti che non si assumevano più la responsabilità di firmare nulla e ho pensato che questa condizione mi avrebbe portato a un logoramento e non mi avrebbe fatto concludere il lavoro che abbiamo fatto fino ad ora”, ha concluso. Parole accolte da tutto il centrodestra con le lacrime agli occhi (“Grazie Roberto. Occhiuto ha ridato dignità alla Calabria”, ha detto Antonio Tajani), che lo ha invitato a ricandidarsi immediatamente. Cosa che infatti Occhiuto intende fare.
Le indagini a carico di Occhiuto
Ma perché Occhiuto è indagato per corruzione? La bufera è iniziata l’11 giugno, quando lo stesso Occhiuto ha annunciato via social, di essere indagato dalla Procura di Catanzaro. L’inchiesta vede coinvolti, oltre al governatore, anche Paolo Posteraro segretario particolare del sottosegretario Matilde Siracusano (compagna di Occhiuto), e l’amministratore unico delle Ferrovie della Calabria Ernesto Ferraro (rimosso dal suo incarico il 15 luglio).
Le ipotesi di reato riguardano due presunti casi di corruzione (uno risalente ad aprile 2022 e uno a febbraio 2025, a Catanzaro) e un caso di truffa che sarebbe stato commesso a Montegiordano (Cosenza) ad agosto 2022.
Quelle società in comune
Le indagini della GdF si concentrano anche sui rapporti di affari tra Occhiuto e Posteraro, in passato soci in cinque diverse società di capitali. Per la procura, negli anni, Posteraro avrebbe ottenuto nomine da parte di pubblici ufficiali con i quali Occhiuto vanta legami (compreso suo fratello Mario Occhiuto, ex sindaco di Cosenza) e che avrebbero fruttato all’ex socio oltre 500mila euro. Tra questi incarichi anche quello in Ferrovie della Calabria, dove amministratore unico era Ernesto Ferraro, già socio di Posteraro nella società Ytam srl.
Liquidazione monstre
Agli inizi del 2025, secondo l’accusa, Occhiuto si è sganciato dalle ultime due società riuscendo a ottenere la promessa di un rimborso di circa 135mila euro (parzialmente erogato), molto più degli 80mila euro che Posteraro aveva stimato inizialmente.
Il peculato
A questa inchiesta si lega un altro procedimento coordinato sempre dalla Procura di Catanzaro che vede implicato il sub commissario alla depurazione, Antonino Daffinà, e i suoi interessi nella sanità. Le ipotesi su cui indagano i pm sono corruzione, turbata libertà degli incanti e peculato.
L’indagine contempla anche una serie di consulenze che Daffinà avrebbe affidato a professionisti senza che questi svolgessero le attività richieste. Tra questi risulta anche la segretaria particolare del presidente della Regione Calabria. Lo scorso 23 luglio Occhiuto era stato sentito in Procura dall’aggiunto Giancarlo Novelli. “Ho chiarito tutto, confido in una celere archiviazione”, poi le dimissioni.