Caos in Iraq, petrolio in mano ai jihadisti

dalla Redazione

Raid aerei contro i jihadisti sono stati chiesti agli Usa dal governo iracheno: lo ha detto il ministro degli esteri iracheno Hoshyar Zebari citato dalla tv panaraba al Arabiya. Ma Obama al momento intende perseguire strategie diverse.

Alcune delle principali compagnie petrolifere occidentali hanno dato l’ordine oggi di evacuare a gran parte del proprio personale in Iraq, dopo che stamane all’alba i combattenti jihadisti hanno lanciato un attacco contro la principale raffineria di petrolio dell’Iraq, a nord di Baghdad, secondo la Cnn. In particolare, sarebbe in corso una “massiccia evacuazione” dello staff della Exxon Mobile, mentre Bp avrebbe gia’ evacuato il 20% dei suoi. Miliziani jihadisti si sono impadroniti di una parte del complesso di raffinerie di petrolio nel centro dell’Iraq, ma gli scontri sono ancora in corso. Lo riferiscono fonti locali citate dalle tv panarabe. Secondo le fonti, le forze di sicurezza a guardia del complesso petrolifero di Baiji, nella regione di Salahaddin, si sono in parte ritirate di fronte all’offensiva dei miliziani sunniti radicali dello Stato islamico dell’Iraq e del Levante (Isis). I jihadisti controllano settori della provincia da una settimana. Gli assalitori hanno distrutto riserve di petrolio prima di entrare nel complesso.

Il presidente Barack Obama sta considerando una campagna di raid aerei mirati, altamente selettivi, contro i jihadisti che si sono impadroniti di diverse città irachene, ma per il momento intende perseguire strategie diverse, come il passaggio di informazioni di intelligence al governo di Baghdad, una risposta politica alle divisioni del Paese e la ricerca di sostegno da parte degli alleati regionali.
I raid aerei, con ogni probabilità condotti con l’uso di droni come avviene in Yemen o Pakistan, potrebbero andare avanti per un periodo di tempo prolungato, ma non si prevede che inizino nell’arco di giorni o anche di più, ha detto un alto funzionario dell’amministrazione citato dal New York Times. Al momento, Obama preferisce evitare raid aerei, in parte a causa della mancanza di adeguate informazioni di intelligence su obiettivi validi.

Intanto le forze lealiste irachene hanno ripreso oggi il controllo del distretto di Saqlawiyah, a nord della citta’ di Falluja, che rimane nelle mani dei jihadisti dell’Isis. Lo afferma una fonte della sicurezza citata dall’agenzia Nina, secondo la quale 250 miliziani dell’Isis sono stati uccisi. L’agenzia riferisce che sono continuati la notte scorsa i combattimenti a nord-est di Baquba, 60 chilometri da Baghdad, tra gli insorti sunniti e le forze curde dei Peshmerga. Mentre bombardamenti hanno colpito l’ospedale di Medicins sans Frontieres (Msf) a Tikrit, citta’ irachena conquistata la settimana scorsa dagli jihadisti dello Stato islamico dell’Iraq e del Levante. La conseguenza è che 40.000 persone sfollate per il conflitto rimarranno senza assistenza medica. Lo ha reso noto Msf in un comunicato ricevuto dall’ANSA.

In un discorso televisivo il primo ministro Nuri al Maliki ha affermato che la caduta di Mosul e di varie regioni del nord dell’Iraq la settimana scorsa nelle mani dei jihadisti dell’Isis e’ “parte di un complotto. “E’ stato uno shock – ha aggiunto – ma affronteremo il terrorismo e neutralizzeremo il complotto”. “Un rovescio non e’ una sconfitta”, ha aggiunto Maliki, respingendo le accuse di settarismo confessionale in favore degli sciiti.

Intanto il primo ministro britannico David Cameron ha annunciato che Londra aumenterà i fondi impiegati per aiuti umanitari in Iraq, passando da tre a cinque milioni di sterline, fondi destinati principalmente ai rifugiati in seguito alla crisi in corso nel Paese. Cameron ha quindi sottolineato come sia ”vitale” che l’avanzata dell’Isis venga arginata dalle forze del governo iracheno.