Carabinieri stile Gomorra a Piacenza. Sequestrata per la prima volta una caserma e dieci militari indagati: torture, estorsioni, pestaggi e arresti illegali

Reati gravissimi in stile Gomorra. Ma non parliamo di camorristi e killer. Bensì di carabinieri. Per la prima volta in Italia una caserma dei carabinieri è stata sequestrata dalla Procura e tutti i militari in servizio, eccetto uno, risultano indagati. È successo a Piacenza, dove l’immobile di via Caccialupo, situato a pochi passi dal Duomo, è stato “sottoposto a sequestro penale” perché teatro di presunti arresti illegali, torture, lesioni, estorsioni e spaccio di droga. Dei dieci carabinieri indagati, cinque sono finiti in carcere, uno è ai domiciliari, per 3 è stato deciso l’obbligo di firma mentre l’ufficiale comandante della compagnia di Piacenza è stato colpito dall’obbligo di dimora. Le indagini hanno svelato una serie di episodi avvenuti a partire dal 2017 ai danni di “spacciatori, immigrati e cittadini innocenti“. Tra i militari coinvolti ci sono anche il maresciallo luogotenente della stazione Levante e un finanziere.

Tra i vari episodi trapelati finora ci sarebbero pestaggi, un cittadino accusato ingiustamente di spaccio di stupefacenti attraverso prove false e casi di tortura avvenuti tra le mura della caserma. Tutto è partito dalla segnalazione di un alto ufficiale dei carabinieri – non in servizio a Piacenza – che ha denunciato i fatti ai magistrati.

Nel corso della conferenza stampa del Procuratore è stato mostrato un video di un minuto in cui si sente in modo chiaro un cittadino a piede libero piangere per le percosse subite dai carabinieri. Uno degli arresti illegali risale al 27 marzo 2020: si tratta di un pusher percosso “in modo violento” nonostante avesse ancora “le manette alle mani”. C’è poi il caso di un altro spacciatore a cui viene consegnato un documento con timbro ufficiale per poter “uscire fuori Regione” durante l’emergenza coronavirus e recuperare la droga. Tutti gli illeciti più gravi “sono stati commessi nel lockdown”, aggiunge il procuratore Grazia Pradella che ha condotto le indagini, “con il più totale disprezzo dei decreti emanati dalla presidenza del consiglio. Solo un militare della caserma non è coinvolto. Faccio fatica a definire questi soggetti ‘carabinieri’ perché i comportamenti sono criminali. Non c’è nulla di lecito” nelle loro azioni. “Quello che la procura deve chiedersi e che deve chiedersi anche l’Arma è come sia stato possibile che un appuntato dei carabinieri con un atteggiamento in stile Gomorra abbia acquisito tutto questo potere”. In un’intercettazione, infatti, è lui stesso a citare la serie tv: “Guarda che è stato uguale, tu devi vedere gli schiaffoni che gli ha dato”.

“Faccio fatica a definire questi soggetti ‘carabinieri’ perché i comportamenti sono criminali. Non c’è nulla di lecito nei comportament. Non c’è stato nulla in quella caserma di lecito”, ha aggiunto Pradella, che ha citato un’intercettazione: “Il malavitoso dice: hai presente le scene di Gomorra, guarda che è stato uguale, tu devi vedere gli schiaffoni che gli ha dato”.