Cartelle e accertamenti fiscali

di Stefano Sansonetti

Una battaglia postale che vale 261 milioni di euro. Parliamo del valore di un piatto intorno al quale ormai si litiga da un anno con immancabile contorno di ricorsi e controricorsi. In ballo c’è un maxi-appalto dell’Agenzia delle entrate per il recapito della posta della struttura guidata da poco da Rossella Orlandi, di Equitalia e di Riscossione Sicilia. Una delicatissima mole di comunicazioni che comprendono accertamenti, rimborsi di crediti d’imposta, avvisi di pagamento, cartelle esattoriali e via dicendo. Ebbene, a quasi un anno dall’indizione del bando, datato 1° agosto 2013, la commessa non ha ancora un vincitore.

Il pasticcio
Dietro al pantano in cui la situazione è precipitata c’è un aspro scontro giudiziario tra la stessa Agenzia delle entrate, Poste italiane e indirettamente anche i concorrenti di Nexive (ex Tnt Post), ovvero il gruppo olandese che da anni sta cercando di sfruttare la liberalizzazione dei servizi postali per accaparrarsi fette di mercato in Italia. Ebbene, proprio due giorni fa il primo round di questo braccio di ferro giudiziario si è risolto con uno “schiaffone” subìto dall’Agenzia e da “postini” olandesi di Nexive. Si dà infatti il caso che il 28 novembre 2013, quindi già 4 mesi dopo l’indizione del bando, Poste italiane avesse fatto ricorso al Tar del Lazio contro tutta una serie di chiarimenti sulla procedura di gara forniti in corso d’opera dall’Agenzia. Chiarimenti che, neanche a dirlo, erano stati sollecitati da altri operatori postali, in primis Nexive. L’oggetto del contendere, in pratica, era la responsabilità in caso di mancato recapito della corrispondenza e l’applicazione delle relative penali. Per gli avvocati di Poste questa responsabilità era stata disposta nella misura del 100% a carico del colosso pubblico, oggi guidato da Francesco Caio, e nella misura del 70% a carico degli altri operatori, leggi Nexive. In pratica erano state applicate le percentuali di copertura dei servizi erogati dalle società sul territorio. Per il Tar questa ripartizione fatta dall’Agenzia ha violato il principio di par condicio tra concorrenti a danno di Poste. Il tutto, due giorni fa, ha portato all’annullamento delle relative previsioni. Di conseguenza la società di Caio può brindare alla faccia dei “nemici” olandesi, guidati in Italia da Luca Palermo. E così all’ex Tnt Post, almeno per ora, il cambio di brand in Nexive non sembra aver portato molta fortuna.

Gli sbocchi
Che cosa succede adesso? Bella domanda, perché la palla ripassa all’Agenzia delle entrate, che deve decidere se fare ricorso al Consiglio di stato oppure cercare di adeguare i contenuti dei documenti di gara alla luce della decisione del Tar. Di certo la gara da 261 milioni, divisa in quattro lotti, dopo un anno è ancora senza vincitore. E pensare che il bando del 1° agosto 2013 prevedeva come termine per la ricezione delle offerte l’8 novembre dello stesso anno. Il 30 ottobre del 2013, vista la valanga di richieste di chiarimento, l’Agenzia della entrate era stata costretta a differire il termine al 3 dicembre 2013. Peccato che il 2 dicembre, con la situazione ormai sfuggita di mano, il termine era stato ulteriormente prorogato al 20 gennaio 2014. Dopodiché, visti i ricorsi al Tar, il balletto delle proroghe ha cominciati a riguardare le date di apertura dei plichi con le offerte: prima il 16 aprile 2014, poi il 21 maggio. E poi più niente.