Casa, il riscaldamento globale batte cassa: abitazioni svalutate del 35% entro il 2050

Il cambiamento climatico svaluta il mercato immobiliare: case a rischio, assicurazioni alle stelle e sogni di proprietà in frantumi

Casa, il riscaldamento globale batte cassa: abitazioni svalutate del 35% entro il 2050

Il cambiamento climatico non si limita a sciogliere i ghiacciai o a scatenare uragani spettacolari: sta silenziosamente erodendo il valore delle case, trasformando il mattone da rifugio sicuro a investimento traballante. Negli Stati Uniti, la società di ricerca climatica First Street ha stimato che, entro il 2055, il valore delle abitazioni crollerà di 1,47 trilioni di dollari. Non per colpa di qualche catastrofe apocalittica, ma per il lento, inesorabile aumento dei costi assicurativi e la fuga dei proprietari dalle zone ad alto rischio.

Dagli uragani ai mutui insostenibili: il clima svuota le città e i portafogli

Le aree più colpite? Fresno County in California, Ocean e Monmouth County nel New Jersey: territori destinati a spopolarsi, mentre i premi assicurativi lieviteranno senza pietà. Altrove, metropoli come Houston, Miami e Tampa continueranno ad attrarre residenti, ma il prezzo da pagare sarà salato. I costi delle assicurazioni aumenteranno del 29,4% nei prossimi trent’anni, un dettaglio che trasforma il sogno americano della casa di proprietà in un incubo finanziario. La relazione tra cambiamento climatico e valore immobiliare è ormai un nodo centrale, con uragani, siccità e ondate di calore che spingono sempre più persone a ripensare dove vivere.

E poi ci sono le storie. Mark Garcia aveva costruito la sua vita sulla sabbia di Fort Myers Beach, in Florida. L’uragano Ian ha spazzato via la sua casa nel 2022. Dopo altri due uragani, ha ceduto: addio sogno balneare, benvenuti nell’entroterra. E come lui, milioni di americani inizieranno a spostarsi, non verso mete esotiche, ma semplicemente qualche chilometro più in là, dove la terra non trema (ancora) e l’acqua non sale (per ora). Questo spostamento non è una migrazione di massa, ma un esodo silenzioso che ridisegna le mappe del mercato immobiliare.

Italia sommersa: tra illusioni edilizie e rischi ignorati

E l’Italia? Mentre ci arrovelliamo su bonus edilizi e superbonus, la Banca d’Italia ci ricorda che un quarto delle abitazioni è a rischio alluvione. Ogni anno, tre miliardi di euro vanno in fumo. EmiliaRomagna, Toscana e Liguria guidano questa classifica al contrario, con perdite annue che toccano lo 0,71% del valore immobiliare complessivo. L’ISPRA avverte: il 20% della popolazione vive in zone a rischio alluvione, il 2,2% in aree soggette a frane. Ma la politica sembra pensare che bastino le preghiere.

Non è solo questione di danni materiali. Il cambiamento climatico toglie fascino agli immobili. La Banca d’Italia ha scoperto che temperature elevate riducono l’interesse per l’acquisto di case. Più caldo significa meno acquirenti, tempi di vendita più lunghi e prezzi che scendono. Secondo il McKinsey Global Institute, potremmo vedere svalutazioni fino al 35% entro il 2050. Ma è più facile ignorare il termometro quando il mercato immobiliare sembra ancora galleggiare, alimentato da illusioni di stabilità.

Il nostro patrimonio edilizio, vecchio e inefficiente, è un bersaglio facile. I bonus ristrutturazione e green hanno convogliato 30 miliardi di euro, ma è una goccia nel mare. Scenari Immobiliari segnala che solo il 3% del comparto terziario è stato ristrutturato, e le unità commerciali riqualificate non superano l’1%. L’inerzia costa cara. Veneto, Lombardia ed Emilia-Romagna figurano tra le aree europee più vulnerabili, con rischi che minacciano non solo le abitazioni, ma l’intero tessuto economico locale.

Siamo alle solite: il cambiamento climatico non è un problema di domani. Sta già ridefinendo il mercato immobiliare. Ogni casa che perde valore è il sintomo di un sistema che non vuole guardare in faccia la realtà: il clima cambia, e con esso cambia tutto. Anche il prezzo delle nostre illusioni immobiliari. Le città che oggi brillano sulle riviste di settore potrebbero domani essere elencate tra i luoghi da cui fuggire. La geografia del desiderio si riscrive con mappe di rischio e proiezioni climatiche, non più con fotografie patinate.