Caso Al Masri, la Corte penale internazionale bacchetta la Libia: “Tripoli non può più tergiversare. È tempo di consegnare il generale accusato di gravi crimini contro l’umanità”

Caso Al Masri, la Corte penale internazionale bacchetta la Libia: "È tempo di consegnare il generale accusato di crimini contro l'umanità"

Caso Al Masri, la Corte penale internazionale bacchetta la Libia: “Tripoli non può più tergiversare. È tempo di consegnare il generale accusato di gravi crimini contro l’umanità”

La Corte Penale Internazionale (CPI) alza la voce contro la Libia. Durante un intervento al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, il procuratore capo Karim Khan ha espresso profonda frustrazione per la mancata consegna di Osama Najeem Al Masri, accusato di crimini contro l’umanità e crimini di guerra, arrestato lo scorso gennaio in Italia su mandato della CPI ma successivamente riconsegnato a Tripoli.

“È tempo che la giustizia prevalga per le vittime dei crimini gravi commessi in Libia”, ha dichiarato Khan, sottolineando la necessità di una collaborazione piena e concreta da parte delle autorità libiche. Il caso Al Masri è diventato emblematico delle difficoltà che la Corte incontra nel far valere i propri mandati in contesti politicamente instabili.

Caso Al Masri, la Corte penale internazionale bacchetta la Libia: “Tripoli non può più tergiversare. È tempo di consegnare il generale accusato di gravi crimini contro l’umanità”

Il procuratore ha tuttavia riconosciuto un segnale positivo: la Libia ha recentemente formalizzato una dichiarazione di accettazione della giurisdizione della Corte, retroattiva dal 2011 fino al 2027. Un gesto definito da Khan una “profonda apertura” verso una rinnovata cooperazione, ma che – alla luce dei fatti – non sembra ancora tradursi in atti concreti.

“I centri di detenzione in Libia sono una scatola nera della sofferenza che nessuno ha voluto aprire per anni”, ha denunciato il procuratore, portando all’attenzione del Consiglio l’esito delle indagini condotte dalla CPI, basate su testimonianze dirette, video e audio autenticati, rapporti dell’ONU e di diverse organizzazioni della società civile.