Un freno al dumping contrattuale. Il caso dei laboratori di analisi. Federlab e Cifa firmano il nuovo contratto nazionale. Mai tanto valorizzate assistenza e formazione

Rinnovato il Contratto collettivo nazionale dei dipendenti dei laboratori di analisi cliniche e dei centri poliambulatoriali

Fermare il dumping contrattuale elevando il confronto sindacale e l’utilizzo delle leve di cui dispone oggi la bilateralità tra aziende e lavoratori. Nel rinnovo – apparentemente di non grandissimo impatto – del Contratto collettivo nazionale dei dipendenti dei laboratori di analisi cliniche e dei centri poliambulatoriali, con vigenza fino al 28 febbraio 2022, c’è questo nuovo aspetto di una rivoluzione nelle relazioni industriali. E forse non è un caso che a siglare l’intesa siano state FederLab, con l’assistenza di Cifa, e Fials, con l’assistenza di Confsal.

Ne viene fuori così un Ccnl unico di settore, che prevede un aumento nel triennio di quasi 100 euro lordi (cat. C o III liv.); l’obbligo dell’assistenza sanitaria integrativa per un valore annuo pari a 216 euro, oltre all’obbligo per i datori di riconoscere annualmente ai lavoratori servizi di welfare obbligatori per un valore minimo di 100 euro, aumentato di ulteriori 25 euro per ogni componente del nucleo familiare, rivolti prevalentemente a misure a sostegno della famiglia.

Molte le novità del nuovo testo a fronte dei cambiamenti e delle mutate esigenze de settore dei laboratori di analisi, di diagnostica strumentale e di ambulatorio. Tra questi, l’ampliamento delle prerogative e delle materie attribuite alla contrattazione di secondo livello per sostenere le aziende nell’introdurre misure di flessibilità e per azionare l’importante leva del salario di produttività. Grande attenzione è stata poi posta sulla formazione, come sottolinato dal segretario Fials, Giuseppe Carbone.

Sono stati introdotti il regime di Primo ingresso e quello del Reimpiego con l’obbligo per l’azienda di erogare minimo 80 ore di formazione ai neoassunti privi di esperienza pregressa nella specifica mansione e ai soggetti svantaggiati da riqualificare al fine del loro reinserimento. Formazione e adeguamento delle competenze caratterizzano anche l’introduzione dello scatto di competenza, vale a dire il riconoscimento di un aumento retributivo dell’1,5% nel triennio per i lavoratori che dimostrino di aver acquisito nuove competenze o che attestino di aver svolto nel triennio almeno 50 ore di formazione inerente alla loro mansione.

Uno strutturato sistema di bilateralità sostiene imprese e lavoratori nel raggiungimento dei previsti obblighi contrattuali, e questo grazie a Fonarcom, il fondo interprofessionale per la formazione continua, Epar, l’ente bilaterale di riferimento, e Sanarcom, il fondo di assistenza sanitaria integrativa. Per Andrea Cafà (nella foto), presidente di Cifa, “la contrattazione di qualità favorisce importanti tutele economiche, sociali e occupazionali”.

Angelo Raffale Margiotta, segretario generale Confsal, ha aggiunto che “così si dimostra come è possibile battere la piaga del dumping contrattuale”. Secondo il presidente di FederLab Gennaro Lamberti “il nuovo Ccnl interpreta in chiave moderna la regolazione dei rapporti tra lavoratore e impresa, con importanti traguardi in termini di produttività e competitività”.