Cassa integrazione a 3,7 milioni di lavoratori. Secondo l’Inps al 28 febbraio scorso risulta pagato il 99,4 per cento dei trattamenti richiesti

Cassa integrazione a 3,7 milioni di lavoratori. Secondo l’Inps al 28 febbraio scorso risulta pagato il 99,4 per cento dei trattamenti richiesti

La Cassa integrazione Covid, pensata per aiutare i più deboli, è un successo eclatante. A promuoverla è il deputato grillino Massimo Misiti secondo cui “in totale, l’Inps ha gestito, per quanto riguarda la Cassa integrazione Covid, quasi 30 milioni di prestazioni dirette e indirette. In particolare possiamo contare ben 3,7 milioni di lavoratori che hanno ricevuto pagamenti diretti”. Si tratta di dati, forniti dall’Istituto, “assolutamente più che ottimali e che denotano un lavoro importante da parte di tutto il personale impiegato e del presidente, Pasquale Tridico (nella foto), che sta amministrando l’ente in questo periodo così complesso in termini di mole di lavoro e particolarità”.

Una misura che, spesso, è finita al centro delle polemiche da parte delle opposizioni dell’allora governo Conte II per presunti ritardi e inefficienze. A smentire queste teorie, continua il grillino, sono proprio i dati dell’Inps da cui emerge che “i trattamenti di integrazione salariale Covid pagati al 28 febbraio 2021 sono il 99,4 %”. Inoltre, il monitoraggio sulle prestazioni della cassa integrazione “rileva autorizzazioni al 98,5%” e per questo, spiega, “non possiamo di certo sottovalutare, figli anche di una semplificazione amministrativa che l’istituto ha messo in campo e che ha, di fatto, velocizzato e migliorato moltissime procedure” riuscendo a gestire nel migliore dei modi quella che è a tutti gli effetti un’emergenza eccezionale. A dispetto di chi dice il contrario e racconta di una situazione drammatica per le casse dell’Inps, il parlamentare si dice “certo che l’Istituto continuerà, con la stessa correttezza dimostrata fino ad ora, a garantire agli italiani un servizio che, ad oggi, sta raggiungendo tutti gli obiettivi prestabiliti”.

“Con lo straordinario afflusso di domande” fa sapere l’Istituto nazionale della previdenza sociale “è stato attivato il massimo impegno di personale e tecnologie per dare servizi e risposte via via sempre più adeguate all’emergenza”. In particolare per le domande di autorizzazione della Cassa integrazione Covid da parte delle aziende, a fronte di un afflusso totale di 3.822.007, ne sono state approvate 3.447.721 e respinte appena 320.516. Al momento solo l’1,5% delle pratiche, pari a 53.770 domande, risulta in lavorazione. Per quanto riguarda i pagamenti diretti ai lavoratori, basato sulla presentazione successiva degli SR41, ossia il modello che viene utilizzato per la richiesta della Cassa integrazione e che è stato semplificato durante la prima ondata, su 18.252.504 richieste di prestazioni sono stati effettuati 18.141.314 pagamenti diretti, pari appunto al 99,4%.

Il restante 0,6% è composto da 111.190 integrazioni salariali in lavorazione, per 79.523 delle quali si tratta di richieste giunte nello stesso mese di febbraio. A fronte di questi numeri sono, in totale, quasi 3,7 milioni i lavoratori che hanno ricevuto pagamenti diretti e 6.595 quelli che devono ricevere un primo pagamento, di cui 381 sono i lavoratori per cui non risulta l’erogazione di una prima mensilità e che sono riferibili a SR41 pervenuti entro settembre 2020 e che si classificano come ad alta criticità. I lavoratori che hanno ricevuto anticipi di cassa integrazione dalle aziende, recuperati dalle stesse attraverso compensazione sui versamenti contributivi alla prima scadenza utile, sono circa 3,5 milioni.