Catasto, Cashback, Flat Tax & C. Assedio fiscale dei partiti a Draghi. Assalto alla diligenza sulla delega al Governo. Veto delle destre sulla revisione delle tasse sulla casa

Assalto alla diligenza sulla delega al Governo. Veto delle destre sulla revisione delle tasse sulla casa.

Catasto, Cashback, Flat Tax & C. Assedio fiscale dei partiti a Draghi. Assalto alla diligenza sulla delega al Governo. Veto delle destre sulla revisione delle tasse sulla casa

Altra rogna per il premier Mario Draghi: la delega fiscale. Con il centrodestra che parte all’attacco della riforma del catasto del Governo con l’obiettivo di impedire future patrimoniali sulla casa. E spinge sulla flat tax scontrandosi con le diverse proposte in merito avanzate da Pd e M5S. Sono stati 467 gli emendamenti al disegno di legge delega sulla riforma fiscale depositati in commissione Finanze della Camera. “Un segnale di responsabilità da parte dei partiti, che hanno evitato la solita ondata di mille e più”, dichiara il presidente della Commissione, Luigi Marattin (Iv). Ma i temi che dovranno essere affrontati sono più che divisivi.

I NODI. Si parte dal catasto. Il Governo ha deciso di lavorare a una mappatura che sarà resa disponibile nel 2026 e che al momento non ha effetti. Poi si vedrà. Una prospettiva che spaventa, però, Lega e Forza Italia. Il centrodestra ha presentato, così, cinque emendamenti comuni che puntano allo stralcio delle norme relative al catasto, al mantenimento della cedolare secca sugli affitti e ad ampliare fino ai redditi da 100.000 euro il regime forfettario per professionisti e imprese.

Il Pd chiede un sistema realmente “duale”. E terrà fermi due punti: tutti i redditi – non solo quelli Irpef, ma anche quelli sostitutivi – devono contribuire alle spese degli enti locali e delle Regioni, in particolare le spese regionali per la sanità. “Non esiste che a pagare sanità, scuole e strade, siano solo pensionati e dipendenti”, dichiara il capogruppo Pd in Commissione Gian Mario Fragomeli. E l’individuazione per la tassazione di redditi finanziari, da affitto, forfettari e sostitutivi in genere, di un’aliquota sola, uguale per tutti, e in linea generale pari all’aliquota più bassa dell’Irpef, cioé del 23%.

Il M5S punta le sue carte sul cashback fiscale per le spese detraibili che se fatte con carte di credito o di debito saranno direttamente accreditate sul conto del contribuente. La Lega ha presentato 93 emendamenti, fra questi no tax area, rimodulazione dell’Irpef a 3 scaglioni, abolizione definitiva per tutti dell’Irap. Negli emendamenti presentati da FI è previsto il superamento della tassazione su successioni e donazioni, e il mantenimento della cedolare secca, e del regime forfettario.

TASSE E DISSIDI. Daranno filo da torcere le due misure bandiera del centrodestra: il regime forfettario – oggi al 15% – per professionisti e imprese con redditi sotto i 65.000 euro, e le aliquote delle imposte sostitutive come, ad esempio, la cedolare secca e la tassazione dei titoli e delle rendite finanziarie. Sulla cedolare secca il centrodestra punta a mantenere il regime attuale e se mai a estenderlo anche agli immobili commerciali, mentre per il Pd l’attuale sistema di tassazione dei redditi sostitutivi (fra cui la stessa la flat-tax) dovrebbe essere allineato all’aliquota più bassa dell’Irpef (23%) con la possibilità di una seconda aliquota, inferiore, per i regimi agevolativi (es. tassazione dei titoli di Stato o affitti calmierati). Il centrodestra punta a estendere il regime della flat tax ai redditi di 100.000 euro.

Quanto alla flat tax, dichiara invece il Pd, “prevediamo limiti temporali e comunque rivolta a soggetti determinati, in modo che aliquote flat non generino un freno allo sviluppo e alla crescita dimensionale dell’attività autonoma e d’impresa”. Il M5S propone l’easy tax. Ovvero il contribuente in flat tax potrebbe godere di un regime transitorio di due anni, “a imposizione gradualmente incrementale, i risultati sarebbero assicurati”.