Centri per l’impiego in Lombardia: un disastro targato Fontana & C.

In Lombardia quello dei centri per l'impiego è un disastro targato Fontana: ritardi nelle assunzioni, ma le ristrutturazioni vanno spedite.

Centri per l’impiego in Lombardia: un disastro targato Fontana & C.

Che fine hanno fatto i Centri per l’impiego della Lombardia? Quante persone sono state assunte in quattro anni? E ancora, i neo assunti stanno lavorando? E quanto ha speso il Pirellone fino a oggi degli (ingenti) fondi messi a disposizione dai due decreti del Ministero del Lavoro (74/2019 e 59/2020), erogati per coniugare gli aspetti attuativi delle norme sul Reddito di cittadinanza con il rafforzamento dei servizi pubblici per l’impiego, come richiesto dalla Ue?

Tutte domande più che lecite, visto che in forza del “Piano nazionale di potenziamento del personale dei Centri per l’impiego (Cpi)”, risalente al lontano 2019, su un totale di 870 milioni messi a disposizione al livello nazionale, ben 109,298.246,08 euro sono stati destinati alla Lombardia.

Centri per l’impiego in Lombardia, numeri impietosi

Quesiti che i consiglieri regionali del Movimento 5 Stelle lombardo hanno posto alla giunta Fontana. Ricevendo risposte sconfortanti. Secondo i dati, sui 1.378 posti di lavoro previsti in Lombardia dal “Piano di potenziamento CPI”, quelli realmente messi a bando sono stati 1303, mentre gli assunti in servizio effettivo al 15 maggio 2023 erano solo 818. Restano “vacanti”, cioè scoperte, ancora 485 posizioni lavorative.

Un ritardo nelle assunzioni che la Regione ha imputato alla difficoltà nel fare i concorsi, alla mancanza di interesse dei possibili partecipanti, al fatto che molti vincitori si siano dimessi subito per partecipare ad altri concorsi nella Pa.

Sta di fatto che il primo “concorsone” unico a livello regionale per 1.297 posizioni (operatore mercato del lavoro, specialista mercato e servizi del lavoro; tecnico informatico; specialista informatico statistico), il Pirellone lo bandisce solo a luglio 2020.

E che le procedure si sono concluse a settembre 2021 “stante la grande complessità dell’iniziativa, gli alti numeri su un territorio regionale così vasto e diversificato e l’impatto dell’emergenza Covid-19”, mentre “l’assegnazione agli enti del personale e la gestione delle graduatorie si sono completamente esaurite a novembre 2022”.

Visti i numeri dei posti scoperti, la Regione ha allora dato la possibilità alle province e a Città Metropolitana di Milano di procedere con concorsi locali. E questi, a due anni di distanza dal provvedimento, sono ancora aperti: Brescia, Cremona, Sondrio e Monza Brianza, hanno concluso le procedure e sono in fase di assunzione dei vincitori; Milano/ Lodi, Pavia e Mantova, sono invece ancora alle fasi conclusive delle selezioni. In compenso per i neo-assunti la formazione (anch’essa affidata a Regione) non è ancora iniziata, sebbene lo stesso Pirellone sottolinei la “necessità di formarlo con urgenza”!

Per loro “è stata realizzata una ampia azione di formazione, che in una prima fase verrà (sic) erogata attraverso il supporto di Anpal Servizi nell’ambito del programma ForPlus”. In futuro…

Brutta… Aria

Ma, se sul lato assunzioni i ritardi non si contano, su quello delle spese per l’acquisto e la ristrutturazione delle sedi dei 64 Cpi lombardi, Regione è stata molto più celere. Le “attività sono state avviate a partire dal 2019”, dice, e nel corso del 2021 “sono stati programmati e avviati interventi di adeguamento e manutenzione degli immobili esistenti per 40 sedi (…). T

ra la fine del 2021 e i primi mesi del 2022 sono inoltre stati acquisiti tre nuovi immobili” e “gli interventi di manutenzione straordinaria sono attualmente in corso”. Il tutto per una spesa già vincolata di 48.879.030 euro sugli 87.926.316,24 messi a disposizione. Infine c’è il capitolo “sistemi informativi” per il quale il Pirellone prevede di spendere 12,3 milioni.

Soldi che sono destinati alla criticatissima Aria, ente i house di Regione Lombardia (quella del tragicomico sistema di prenotazione vaccinale nelle ondate Covid). Aria ha già ricevuto 11.196.185,87 euro per il periodo 2020/23, per “la realizzazione e lo sviluppo del Sistema informativo unitario del lavoro (Siul)”.

Ad oggi avrebbe completato gli applicativi e starebbe gestendo la transizione dal vecchio sistema al nuovo. Se poi i nuovi applicativi funzioneranno, lo sapremo solo quando tutti gli addetti previsti saranno stati assunti e formati e le sedi saranno pronte. Non a brevissimo, pare…

di Andrea Sparaciari