La Sveglia

Che flop la Venere di Santanchè

La pessima campagna promozionale Open to meraviglia ideata dalla ministra Santanchè è la fotografia del governo italiano.

Che flop la Venere di Santanchè

Fermi tutti, ci siamo sbagliati. La pessima campagna promozionale Open to meraviglia ideata dalla ministra Daniela Santanchè con le (costosissime) idee dell’agenzia Armando Testa rappresenta davvero lo spirito italiano. Anzi, ne è la fotografia esatta. Non tanto dell’Italia, Paese martoriato e svenduto nei suoi beni culturali dai governi di ogni colore, ma del governo italiano.

La pessima campagna promozionale Open to meraviglia ideata dalla ministra Santanchè è la fotografia del governo italiano

Ci sono tutti gli ingredienti fondamentali, dal vittimismo alla mancata percezione della realtà. Il tutto condito con un egocentrismo stizzito che deve essere il requisito essenziale per essere scelti in questo tempo. Dopo le polemiche sulla storpiatura della Venere di Botticelli cartonata come nuova influencer, dopo le osservazioni sulle immagini acquistate a poco prezzo nei siti stock e dopo la brutta figura dell’italianità promossa con un video di un agriturismo sloveno con vino sloveno sul tavolo la storica agenzia ieri ha deciso di acquistare una pagina del Corriere della Sera per rispondere alle critiche e, forse, per difendere il suo prezioso committente, il governo: “La Armando Testa ringrazia – si legge nel messaggio firmato dall’Agenzia -. Quando una campagna di promozione turistica rompe il muro dell’indifferenza e riesce a dar vita ad un dibattito culturale così vivace come quello acceso in soli 5 giorni da Italia. Open to Meraviglia, rappresenta sempre qualcosa di positivo”.

Nonostante 77 anni di onorata attività dalle parti dell’Agenzia (e del governo) non hanno capito che lo scopo di una campagna promozionale è “che se ne parli”. Si sono dimenticati che esiste anche un’altra fondamentale caratteristica: la reputazione che Santanché e agenzia hanno perso facendosi ridere dietro dai giornali di mezzo mondo. “Grazie perché non accadeva da anni che la notizia di una campagna istituzionale suscitasse una eco di tale portata – aggiunge l’Agenzia guidata da Marco Testa -. Quando poi si tratta di una campagna solo presentata ma non ancora uscita, probabilmente di una portata unica. Grazie per le migliaia di visualizzazioni, commenti, meme e per le appassionate discussioni di questi ultimi giorni: ci hanno fatto sentire davvero la più grande agenzia italiana, con un immenso reparto creativo di milioni di persone al lavoro sullo stesso concetto. Grazie anche a tutti coloro che hanno immaginato che il video destinato alla presentazione del progetto, e dunque realizzato con materiale di repertorio, fosse già lo spot ufficiale della campagna – scrive la Armando Testa”.

Questo passaggio è fenomenale. L’agenzia ha comprato una pagina del Corriere della Sera per dirci che la ministra Santanchè ha scambiato un video per uso interno per la campagna che ha lautamente pagato? Questa sarebbe una notizia: un ministero che spaccia come prodotto finito un rozzo prototipo è la fotografia dell’incompetenza. Anche qui, ovviamente, un etto di reputazione s’è persa per strada.

E sul costo della campagna (9 milioni di euro di soldi pubblici) l’agenzia rilancia: “Grazie a chi ci ha fatto sentire milionari! Ma i 9 milioni di euro dell’investimento previsto da Enit sono destinati alla pianificazione media in tutti i principali mercati: Europa, Paesi del Golfo, Usa, Centro e Sud America, Cina, India, Sud Est Asiatico e Australia”. Se cercate nel loro comunicato quanto sia costata la loro prestazione non potete perdere tempo: il prezzo – come accade spesso nelle pubblicità – qui non è nemmeno scritto piccolo in fondo. Non c’è proprio.

In compenso c’è il progetto di esportare la campagna in tutto il mondo (in tutto l’orbe terraqueo, direbbe qualcuno) ma manca l’Africa: probabilmente da quelle parti temono che poi vogliano venire tutti qui da noi. Altra caratteristica notevole della difesa (che riesce a offendere) è il tono. La presunzione mischiata con un pizzico di vittimismo è la reazione costante che questo governo propone in ogni occasione. Torna utile per buttarla in caciara, immaginare scontri anche dove ci sono semplicemente delle osservazioni critiche e evitare di rispondere sul punto.

Perché sul punto l’agenzia Armando Testa avrebbe potuto spiegarci come si possa presentare e vincere l’affidamento di una campagna di tal portata con un filmato talmente brutto, con una creatività così banale e con dei testi così sbilenchi. Ma questo, nonostante avessero lo spazio di una pagina, si sono dimenticati di dircelo. Quello che conta, forse, è semplicemente riciclare il famoso claim “molti nemici molto onore”, che sicuramente piace dalle parti del governo.