Luca Lanzalone, l’uomo Acea voluto da Grillo e finito nella rete di Parnasi. Dagli incarichi per 100mila euro fino alla “casa a Roma”. Così “gli interessi pubblici si intrecciano strettamente con quelli privati”

Chi è Luca Lanzalone, l'uomo voluto da Grillo per Roma e finito ad Acea

Coinvolto nella rete costruita, secondo gli inquirenti, ad arte da Luca Parnasi ritroviamo anche il numero uno di Acea, Luca Lanzalone. Tra il gennaio e il febbraio del 2017, nelle vesti di consulente per M5S portò avanti, sul fronte del progetto stadio, una mediazione con l’amministrazione comunale e la Eurnova, la società di Parnasi, che acquistò i terreni dell’ippodromo di Tor di Valle, dove dovrebbe sorgere la nuova struttura, dalla società Sais della famiglia Papalia. La mediazione ha portato ad una modifica del primo progetto con una riduzione delle cubature degli immobili “extra stadio” e la cancellazione delle due torri del grattacielo che sarebbero dovute sorgere in prossimità dell’impianto.

Nell’ordinanza della Procura che ha portato all’iscrizione nel registro degli indagati di 16 persone si legge come al “consulente di fatto del Comune di Roma per le questioni relative allo stadio per rilevanti interventi urbanistici, Parnasi, per tramite di Luca Caporilli e Simone Contasta, prometteva ed effettivamente erogava molteplici utilità”. Ma di cosa parliamo? Spicca, tra i vari, “l’affidamento o la promessa di affidamento” di incarichi allo studio legale Lanzalone&Partners per oltre 100mila euro. Nel dettaglio: “La promessa del conferimento da parte dei referenti della Sgr Dea Capital di un incarico, assolutamente inutile e assegnato per finalità corruttiva, inerente l’assistenza legale stragiudiziale in merito ai rapporti con il Comune di Marino in relazione al Print denominato Ecovillage”. Un ruolo che Parnasi vende come fondamentale tanto che l’importo preventivato sarebbe stato di 50mila euro quale compenso base, più ulteriori 40mila come importo variabile in base all’esito della prestazione. Si fa cenno, poi, ad un altro incarico “per il tramite di persona di fiducia del Parnasi, avvocato Mariangela Masi, inerente la verifica della sussistenza di una responsabilità di Bnl Paribas e di soggetti terzi in relazione alla mala gestio dei fondi di investimento denominati Upside” per un compenso di 12500 euro. Senza dimenticare, ancora, l’incarico in ordine alla ristrutturazione di fondi legati a un’operazione relativa alla realizzazione presso la vecchia fiera di Roma di un “polo di intrattenimento con uffici e un palazzetto da utilizzare per incontri di basket ed eventi musicali”.

Un passaggio delle intercettazioni rende chiaro il legame tra Lanzalone e Parnasi e il tono delle loro disserzioni:
Lanzalone: Poi una volta che iniziamo la storia con Parnasi, mi darai una  mano a conquistare (inc.) per una casa a Roma! Ma io tieni presente che mi chiamo Lanzalone e non Parnasi!
Parnasi: Rent (in affitto, ndr) o…?
Lanzalone: Non lo so, vediamo! Una volta che ci facciamo il giro…quello che scegliamo…
Parnasi: Dimmi tu quando. Ma…io siccome ho un’agenda incasinatissima, preferisco durante il weekend! […] Però fissiamoci una data in cui facciamo strategia […]
Lanzalone: Dai, ti scrivo!
Parnasi: Così almeno ci fermiamo, e io ti…io ti porto anche…ti faccio vedere delle cose che abbiamo…che ho anche io, quindi ti faccio vedere tutto quanto! La saluto cordialmente (in tono scherzoso) Auguri veri!
Lanzalone: Eccellenza, lodiamo! (in tono scherzoso) E grazie ancora!
Parnasi: E di cosa? Ma…non ho fatto niente! Io non ho fatto niente, era importante fare un po’ di strategia su questi punti, così, almeno ho sempre la testa che…non si ferma mai.
Lanzalone: Adesso poi faccio l’assemblea, e poi spero di riprendere invece in mano il dossier di cui abbiamo parlato per…
Parnasi: Arriverà, arriverà, perché è una cosa positiva! Grazie, grazie, ciao.

Il dialogo, come scrivono gli inquirenti, non è di poco conto ma, anzi, è “di estrema rilevanza”, dato che nella conversazione emerge come “gli interessi pubblici si intrecciano strettamente con quelli privati”. Non solo: secondo l’accusa Lanzalone, nella sua funzione di consulente del Comune di Roma, “elabora una soluzione tecnica riguardo la procedura da adottare per il buon esito del progetto dello stadio, finalizzata a consentire un immediato inizio dei lavori senza il ricorso a procedure d’urgenza alle quali appare, invece, connesso il rischio di ricorsi con conseguente allungamento dei tempi”.