Chieti, la scritta Dux su una roccia della montagna: Italia Viva contro il sindaco

Chieti, la scritta Dux sulla montagna è stata restaurata e così è arrivata la denuncia di un esponente di Italia Viva.

Chieti, la scritta Dux su una roccia della montagna: Italia Viva contro il sindaco

Chieti, la scritta Dux sulla montagna che sovrasta la cittadina di Villa Santa Maria è stata restaurata in questi giorni. Così l’esponente di Italia Vita Camillo D’Alessandro ha denunciato la questione che ha visto l’interessamento anche dell’Anpi(Associazione Nazionale Partigiani D’Italia).

Chieti, la scritta Dux su una roccia della montagna

Nel 1940 fu realizzata la scritta Dux di 4 metri per 3 sulla montagna che sovrasta la cittadina di Villa Santa Maria in provincia di Chieti. In questi giorni, sono apparsi alcuni video di restauro di quella stessa scritta per la paura che il tempo e le intemperie possono cancellare. A pubblicare e denunciare con uno dei filmati sui social è stato l’esponente di Italia Viva Camillo D’Alessandro.

“Per la seconda volta il sindaco ha deciso di fare riemergere la scritta Dux, impressa sulla roccia dalla propaganda fascista, a Villa Santa Maria (Chieti), nel Sangro dei patrioti della Brigata Majella, a uno sguardo dal loro sacrario”, ha denunciato D’Alessandro.

Italia Viva contro il sindaco

“Quando ero parlamentare, – scrive D’Alessandro, ricordando l’accaduto di quattro anni fa – sollevai il caso, se ne occupò stampa. Il tempo e il disonore hanno cancellato quella scritta, il sindaco la fa riemergere per la seconda volta. Non vorrei che per farlo siano addirittura stati impiegati fondi pubblici. Ma la domanda è perché?“. Un’invettiva allora contro il sindaco che ha fatto restaurare la scritta. Non so chi ha pagato, – aggiunge – ma di fatto questi lavori, come minimo, sono stati chiesti o autorizzati dal Comune. Ovviamente le autorità preposte controlleranno se quei lavori sono stati fatti in sicurezza, sulla base di quale processo decisionale ecc.” “Indipendentemente dai ‘soldi’ – conclude – c’è una decisione pubblica. Questo è il punto. Ora vedremo se anche spesa pubblica”.

Una battaglia non isolata, perché sulla vicenda si è interessata anche l’Anpi che ha presentato un esposto alla Procura di Lanciano. “Non vi è alcuna giustificazione nel ripristinare segni e simboli del fascismo, è un’azione intollerabile”, si legge nell’esposto dell’Anpi della provincia di Chieti inviato alla Procura di Lanciano e al prefetto di Chieti, con l’ipotesi di violazione dell’articolo 2 della Legge 122 del 26 aprile 1993.

 

Leggi anche: Patrick Zaki ritarda il suo arrivo in Italia e il ministro Crosetto ironizza sulla sua scelta di prendere un volo di linea