Ci mancava pure la seconda ondata di virologi in Tv. Ormai siamo alla rissa quotidiana: gli scienziati peggio dei politici

Abbiamo imparato a conoscerli subito dopo lo scoppio della pandemia a marzo: sono i virologi che sono stati una presenza televisiva costante fino alla fine del lockdown. Poi da maggio ad agosto sono scomparsi annientati dal caldo, per poi ricomparire, con la ricomparsa del virus dalla seconda settimana di agosto, prima timidamente, quasi in punta di piedi, e poi spavaldamente rafforzati dalla crescita della curva.

CORTOCIRCUITO. Intendiamoci, non è che i virologi non siano ben accetti. Anzi, la scienza ha un ruolo fondamentale nel preservare la salute pubblica e nella prima fase l’Italia, dopo un tentennamento iniziale, ha fatto bene nel contenere il contagio. Il punto è un altro. È che appunto, la scienza deve dire cose certe e avere una voce sola, deve parlare uno per tutti, magari il capo del comitato tecnico scientifico (Cts).

Invece assistiamo ad una continua esposizione mediatica, ad una passerella televisiva in cui ogni scienziato dice la sua e questo è quanto mai pernicioso per la pubblica opinione che si aspetta invece dati e indicazioni certe. Perché se poi comincia a venire meno la fiducia della gente la frittata è fatta e comincia a diffondersi un deleterio scetticismo che in una nazione sostanzialmente anarcoide come la nostra, dà fiato alla grancassa dei negazionisti e dei no-mask nostrani.

Ad esempio, l’altro giorno ad Italia Sera su Rete 4 abbiamo assistito ad un violento alterco tra il conduttore Nicola Porro e il professor Massimo Galli, uno dei più noti infettivologi, del Sacco di Milano. Galli ha affermato (con ragione): “Se continuiamo ad avere fenomeni di aggregazione, come quelli che abbiamo avuto nell’ultimo periodo, invece di invertire la tendenza avremo il risultato opposto”. Porro, come suo solito, ha dato in escandescenze: “Io devo stare molto tranquillo, altrimenti mi cacciano da Mediaset”. Ed ha abbandonato il collegamento. Il professor Galli ha minacciato di togliersi l’auricolare, ma poi ha aggiunto una frase di troppo: “Però qualcuno si dovrà prendere la responsabilità di voler continuare a sottovalutare la situazione per fare l’interesse e il comodo di una categoria o una posizione politica”.

Poi è piombato un altro infettivologo mediatico, Matteo Bassetti (nella foto) del San Martino di Genova che a sua volta ha attaccato Galli: “Mi spiace che il professor Galli si adiri a sentire i dati che lo stesso ministero della Salute fornisce ogni giorno. Dai dati odierni della regione Toscana, per esempio, si evince che il 68% dei nuovi contagi sono asintomatici”. Dunque Galli la “butta in politica” e sbaglia e poi segue la lite tra i due professori che non può che non lasciare costernati i telespettatori, sebbene Galli sia su posizioni molto più scientifiche di Bassetti. Ma non è finita qui.

Ieri il redivivo Walter Ricciardi già attore di film sulla camorra e consigliere del ministro della Salute Speranza, esterna su “Regioni addormentate” provocando le ire del microbiologo Andrea Crisanti, già salvatore del Veneto, che accusa invece il governo. Se a questo aggiungiamo Pierluigi Lo Palco, virologo, che è ora diventato assessore alla Sanità in Puglia con Michele Emiliano si capisce che la politica ha fatto il suo ingresso nella scienza. Mettiamoci pure Maria Rita Gismondo del Sacco di Milano (vista in convegno con Salvini) che prima ed anche adesso continua a sottovalutare l’infezione, dicendo addirittura che la mascherina è inutile all’aperto, sebbene ripresa dai colleghi, ed il gioco è fatto. La gente non ci capisce più nulla.