Ci mancava pure la seconda ondata di virologi. Risse continue tra scienziati in tv, buone solo a disorientare gli italiani

Sembrava ce ne fossimo liberati con l’estate. Non del virus, ma dei virologi, che come cavallette o locuste bibliche lo seguono dappertutto. Già questa associazione non li rende particolarmente simpatici e loro fanno il resto. Incominciamo con la scienza, anzi la Scienza che dovrebbe essere oggettiva. Ma la virologia evidentemente non lo è. Infatti ad una notevole prosopopea dei personaggi non segue il frutto che uno si attenderebbe perché invece di illuminarci ci confondono. Per questo i fisici e coloro che vengono dalla cosiddetta hard science quando ascoltano i virologi fanno smorfie di disgusto perché non la virologia, ma la sua volgarizzazione di scientifico ha – tranne qualche eccezione – ben poco. E se questo non bastasse c’è il loro insensato protagonismo mediatico.

Dopo anni di scantinato ammuffito non gli pare vero di guastare il luccichio della ribalta ed allora vanno giù duro a chi la spara più grossa. Fatto salvo Massimo Galli del Sacco di Milano e Gianni Rezza da poco al ministero della Salute, insieme a Luigi Lopalco neoassessore pugliese e Silvio Bruaseferro presidente dell’Iss, c’è un effluvio di egotismo che stordisce e disorienta. Fabrizio Pregliasco tira mazzate onanistiche a Matteo Bassetti che invece è per il “libero amore” e se già la libido enotrica latitava così scompare del tutto. Il virologo Giorgio Palù, che in estate aveva firmato un documento di fine emergenza per la pandemia, definisce il suo allievo Andrea Crisanti “esperto di zanzare”.

Poi c’è Roberto Burioni rigorista scientifico e narcisista anche se non c’azzeccò all’inizio dicendo che non c’era alcun pericolo di epidemia e randella equamente tutti colleghi. E che dire di Walter Ricciardi, attore di film di camorra, consigliere del ministro Speranza che all’inizio raccomandava di non usare la mascherina? Poi ci sono i negazionisti e i riduttivisti come la mitica Maria Rita Gismondo, sempre del Sacco, per cui il Coronavirus era poco di più di un raffreddore e infine c’è lei, la vera star, Ilaria Capua (nella foto), ex deputata di Scelta Civica che sarebbe laureata in veterinaria ma poi si è riconvertita alla virologia. Trasferitasi indignata negli Usa, lasciando il Parlamento dopo l’accusa di “traffico di virus” per cui fu scagionata, è ormai una presenza fissa televisiva anche se i social hanno cominciato a punzecchiarla quando ha detto: “Io me ne sto a casa”.

Replicandole: “Facile, visto che sei sempre in Tv”. Non disdegna le capatine in politica e da ultimo ha lodato Silvio Berlusconi per il suo moderatismo. E che dire del “negazionista” Alberto Zangrillo, medico dell’ex cavaliere, che ebbe l’ardire di affermare questa estate che il virus era scomparso? Fortunatamente in questi tempi confusi e incerti non possiamo non ricordare la preziosa opera di informazione della biologa Barbara Gallavotti a di Martedì (La7) di Giovanni Floris che sta diventando sempre più un punto di riferimento per il pubblico, altro che i virologi.