Sotto scacco. Il clan Lo Russo, che dominava nell’area a nord di Napoli, è stato sgominato dall’operazione di questa mattina che ha portato a ben 43 provvedimenti, emessi dal gip di Napoli, a carico dei soggetti ritenuti responsabili – a vario titolo -di associazione di tipo mafioso, traffico di droga, armi da guerra e altri reati aggravati dall’art. 7 (che punisce il vantaggio dato ai clan).
Ma dall’inchiesta è emerso soprattutto il quadro di dominio del clan: l’organigramma delle piazze di spaccio, con i rispettivi “capi”, cassieri e vedette, i fronti del riciclaggio, ka suddivisione dei traffici – droga su tutti – comune per comune, o quartiere per quartiere. Finanche l’elenco delle armi e delle munizioni.
Ma ci sono anche i racconti più “mondani”, come quello dell’ultimo pentito dei narcos napoletani, Antonio Lo Russo, rampollo del papà boss Salvatore , il “ragazzo” che amava la Costa Azzurra e le belle donne, il camorrista che giocava a PlayStation con il campione del Napoli, Ezequiel Lavezzi.
L’operazione è stata coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia partenopea. Ad aprire l’ultimo inquietante spaccato sono state le dichiarazioni di Antonio Lo Russo, il cui pentimento si è unito a quello degli zii Mario e Carlo. Sequestrato l’arsenale del clan: un mitragliatore kalashnikov, 5 fucili e 6 pistole, 3 giubbotti antiproiettile e centinaia di munizioni.